Recensione Nerf: Legends – lo sparatutto con le pistole giocattolo Hasbro

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Nerf: Legends è il nuovo sparatutto sci-fi interamente dedicato alle pistole giocattolo Hasbro (blaster e Nerf), sviluppato da Fun Labs e pubblicato da GameMill Entertainment per console e PC, ad un prezzo che si aggira attorno ai 50 euro.

 

Trama

Il costrutto narrativo che accompagna l’intera esperienza di gioco è povero di contenuti, non esiste una storia vera e propria a fare da collante all’esperienza, sebbene comunque i vari livelli siano organizzati in relazione all’ambientazione. Una volta avviata ad esempio la Fortezza Assediata, tutti i livelli vi porteranno ad addentrarvi sempre più nella stessa, con conseguente boss finale, senza però presentare una narrazione. Sono un susseguirsi di arene in cui combattere contro nemici sempre più “difficili” da uccidere, e nelle quali si noteranno la presenza di droni con telecamera. Il motivo è semplice, è tutta una messinscena da parte di un’entità superiore, che appunto vuole controllare da molto vicino il prosieguo del personaggio nel livello. Apprezzata comunque la scelta di localizzare i menù ed i sottotitoli anche in lingua italiana, un fatto non scontato sopratutto nell’ultimo periodo.

Lo sfondo cyberpunk porta a vivere un’esperienza da punta e spara senza pensieri, narrazioni o scene di intermezzo. Il personaggio lo vedremo solamente all’inizio del livello, mentre l’avventura viene vissuta direttamente in prima persona. Il comparto sonoro è altrettanto povero, gli sviluppatori hanno integrato solamente un motivetto nel momento in cui inizia la battaglia, tutti i tempi “morti” in cui non dovremo ricorrere all’utilizzo dei blaster, verranno vissuti in religioso silenzio.

 

Grafica

Nerf: Legends lo abbiamo testato su PS5 e non ha mai mostrato cali di frame rate, anche nelle scene più concitate o ricche di nemici. La definizione ed i dettagli non sono altissimi, le texture sono tutt’altro che precise, con palettes di colori ben gestite, ma non a tinte cross-gen; a tutti gli effetti è un titolo perfettamente in linea con quanto visto su PS4 e Xbox One negli ultimi anni.

Le ambientazioni, tra cui troviamo Fortezza Assediata, caos nella giungla o Ragnarok, sono abbastanza varie tra di loro, permettendo di differenziare l’esperienza complessiva il più possibile. All’interno delle stesse mancano quasi completamente oggetti a fare da contorno, sono dislocate casse che posso contenere munizioni o “salute”, ma per il resto non troviamo nulla, se non qualcosa ripetuto continuamente. Le meccaniche sono altresì limitate, i modelli poligonali dei nemici non sono sempre belli da vedere, i loro movimenti non sono fedeli alla realtà (sebbene si trattino di robot) e mancano di definizione. A cozzare troviamo spostamenti surreali nel momento in cui vengono colpiti (corpi che si incastrano nelle pareti e simili), che riducono la qualità generale dell’esperienza.

 

Stili di gioco

Nerf: Legends nasce come sparatutto a sfondo cyberpunk, quindi senza un costrutto narrativo e nel quale l’unico obiettivo sarà raggiungere la fine del livello senza morire. Il level design è discreto, notiamo una certa ripetitività nelle piattaforme di salto, nei pulsanti da premere per aprire cancelli e nelle azioni da compiere, ma allo stesso modo la progressione di difficoltà ed il posizionamento strategico di oggetti/potenziamenti è ben congeniato.

La longevità è ottima, sono disponibili svariati livelli con boss fight finali, i quali puntano moltissimo alla rigiocabilità. Sono completamente assenti collezionabili di alcun tipo (quindi nullo il backtracking), però al termine di ogni arena viene assegnato un punteggio, che dipenderà direttamente dal moltiplicatore di punti, dal numero di nemici uccisi e da quante volte si è morti (ognuna punta a decurtare una parte del punteggio). Al superamento di un determinato limite si otterrà la medaglia di bronzo, argento o oro.

Interessante, e ben più divertente, il multiplayer online gratuito, con possibilità di giocare cross-platform. Sarà possibile avviare partite multigiocatore fino a 8 giocatori in contemporanea, suddivisi in due squadre da 4, in una battaglia all’ultimo sangue. L’occasione perfetta per una maggiore convivialità, ed una sfida con amici/parenti.

 

Gameplay

La varietà dei nemici è sufficiente, nella campagna single player si contano 10 tipologie di robot e 5 boss, sapientemente suddivisi nei vari livelli. Le armi a disposizione del personaggio controllato sono 15 NERF originali Hasbro (anche gli ultimi modelli del 2021), con un’ottima progressione nel corso dell’esperienza, sono difatti installabili skin e potenziamenti, per personalizzare le armi ed allo stesso tempo renderle più potenti, o migliorandone specifiche caratteristiche (come l’attrazione magnetica, congelamento e similari). Il personaggio, al contrario, non presenta progressione, non potrà essere migliorato o potenziato, data anche l’assenza di una moneta virtuale in Nerf: Legends.

Buona la possibilità di personalizzazione di quest’ultimo, all’inizio del gioco l’utente potrà creare il proprio avatar nei minimi dettagli, costruendolo il più vicino alle proprie aspettative, scegliendo tra molte skin e varietà di forme. Il gunplay è molto basilare, il sistema di puntamento su PS5 è stato fedele e preciso, sebbene qualche abilità in più non avrebbe guastato (abbiamo solo lo scivolamento ed il doppio salto). Dimenticatevi qualsiasi meccanica stealth, in Nerf: Legends si sparerà, sparerà e sparerà. Buona la dislocazione nei livelli di casse di rifornimento; data la totale assenza di violenza gratuita e di sangue, è un gioco perfettamente adatto per le famiglie.

 

Nerf: Legends: conclusioni

In conclusione Nerf: Legends è un gioco da consigliare agli utenti che non vogliono perdere troppo tempo a seguire una storia complicata, o leggere troppi dialoghi, passando 20/30 minuti (il necessario per completare un’arena) spensierati ad uccidere più robot possibili, chiudendo un occhio sul comparto grafico, tutt’altro che preciso o al passo con la nuova generazione di console. Ottima la varietà di blaster e la precisione generale degli stessi, la loro riproduzione è assolutamente precisa e ben fatta, con specifiche dettagliate che permettono di distinguerli in potenza, cadenza, precisione o gittata generale.

Dall’altro lato della medaglia troviamo appunto un comparto grafico migliorabile, un’esperienza in single player che rischia di divenire ripetitiva (consigliato e divertente il multiplayer) ed un insieme di abilità/cose da fare leggermente povero.

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