The Crew Motorfest è l’ultimo capitolo della serie di giochi di guida di Ubisoft, disponibile per tutte le console in commercio, segna a tutti gli effetti un punto di svolta con il passaggio ad una struttura completamente differente: un open world più ridotto e concentrato. Vediamolo nel dettaglio da vicino con la nostra recensione completa.
Grafica
Nella nostra prova su PS5 abbiamo riscontrato qualche piccolo calo di frame rate, nonostante siano comunque presenti due modalità grafiche: 1440p a 60fps o 4K dinamico e 30fps. L’ambientazione è affascinante, con scorci incantevoli e paesaggi che riescono a regalare un emozione, per raggiungere il livello di Forza Horizon 5 mancano però alcuni particolari, come una migliore illuminazione con forte luce, la riduzione del pop-up ad alta velocità, oppure le carenze relative ai riflessi di vario genere. Piccoli dettagli che non gli permettono di spiccare il volo, fermo restando essere un comparto grafico più che buono.
Interessante è l’adattamento al DualSense, con grilletti adattivi che rispondono alla perfezione nel corso delle gare, o più semplicemente l’altoparlante integrato con il quale comunicare dettagli e specificità importanti della vettura (o informazioni generali). La colonna sonora è più che adeguata alla tipologia dell’esperienza, con musiche sempre molto ritmate che seguono le gare senza difficoltà o negatività di vario genere.
Meccanica di gioco e Gameplay
The Crew Motorfest porta con sé una vera e propria rivoluzione: diventa open world, anche se in versione più ridotta rispetto a The Crew 2, focalizzandosi interamente sull’isola di O’ahu, richiamando sotto molteplici aspetti e punti di vista l’esperienza di FH5 (come l’apertura dell’avventura), senza però andare a stravolgere ciò che la serie ci ha abituato, come ad esempio la possibilità di cambiare mezzo in un attimo.
Una volta acquistata la vettura, come ogni simcade che si rispetti, spetterà al giocatore migliorarla e potenziarla, per riuscire a prendere parte ai vari eventi sparsi per l’isola, peccato solamente la presenza delle fastidiose microtransazioni. A prescindere da ciò, la varietà delle gare è lodevole, si parte dalla classica gara a checkpoint, passando per il testa a testa, corse che ricordano lontanamente la formula 1 o le derapate, per poi passare chiaramente alle gare con quadbike, motociclette e similari. Una buonissima varietà che amplia l’utilizzabilità quotidiana, grazie anche alla presenza di un multiplayer online ben strutturato e organizzato.
I passi in avanti li notiamo direttamente nel gameplay, con un sistema migliorato, meno in stile arcade di quanto pensassimo, ma che riesce a conferire all’utente finale il peso della vettura, pronta a sbandare sulle varie superfici, o nel momento in cui non si riuscisse bene a bilanciare il freno o l’acceleratore. Dato un buon livello di sfida, con una intelligenza artificiale classica (più che adeguata all’avventura), è stato integrato il rewind, il quale permette di riavvolgere i precedenti 14 secondi della gara. I tracciati sono a loro volta variegati, meno spettacolari rispetto al passato, data l’assenza di ostacoli che rendono l’azione sempre più fluida e meno tecnica. The Crew Motorfest è comunque un titolo adatto a tutti, data la presenza di numerosi aiuti alla guida, attivabili dal menù corrispondente, come la traiettoria perfetta, il cambio manuale/automatico, ABS e similari.
The Crew Motorfest – conclusioni
In conclusione The Crew Motorfest è un buon gioco di guida da consigliare a tutti coloro che hanno follemente amato FH5, o che semplicemente non ne hanno potuto godere essendo proprietari di una PS5. L’esperienza di base è molto simile, anche se in versione ridotta date le dimensioni della mappa, con tantissimi eventi a cui partecipare, un buon comparto grafico, ambientazioni e scorci affascinanti, un gameplay che mostra importanti passi in avanti, e comunque una longevità eccellente, pronta a garantire una buona varietà al giocatore finale.
Tra i lati negativi ci sentiamo di inserire solamente un frame rate non sempre fisso a 60fps, piccolezze, ma considerata la fluidità a cui gli sviluppatori erano interessati, possono fare la differenza per qualcuno.