Recensione Two Point Hospital – Jumbo Edition: un gioco ‘da pazzi’

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Two Point Hospital – Jumbo Edition è il nuovo gestionale lanciato da SEGA che amplia le possibilità di utilizzo, essendo stato reso disponibile anche per Nintendo Switch, di uno dei titoli più apprezzati ed acclamati dell’ultimo ventennio.

Originariamente pubblicato da Two Point Studios su PC nel corso del 2018, il titolo riprende quanto visto nel 1997 su MS-DOS con Theme Hospital, una serie che con il passare degli anni ha letteralmente catturato l’interesse di milioni di utenti. Verso gli inizi di Marzo 2021, grazie a Red Kite Games, è ora possibile fruire della medesima incredibile esperienza anche sulle console fisse, come Xbox One e PS4, oltre che su Nintendo Switch.

 

Trama

Partendo dai fasti del passato, gli sviluppatori sono riusciti ad ammodernare il titolo, riuscendo a sfornare un prodotto non innovativo, ma comunque recente ed in grado di soddisfare i più giovani, non cresciuti a suon di gestionali come il sottoscritto (il boom degli anni ’90/2000, con esperienza del calibro di Age of Empires è stato epico).

Il meccanismo di gioco è molto semplice, con Two Point Hospital – Jumbo Edition dovete gestire un ospedale, con l’obiettivo di dare vita ad un vero e proprio complesso di strutture, partendo da un capitale veramente risicato. Non c’è una trama vera e propria, un filo conduttore che collega la vostra esperienza, sono presenti 15 livelli differenti di storia, nel corso dei quali potrete raggiungere una funzione, una malattia o una stanza aggiuntiva, assente nei precedenti.

L’obiettivo ultimo, come facilmente intuibile, sarà di guadagnare più denaro possibile, e per farlo dovrete aggiungere stanze, assumere nuovo personale, cercare di soddisfare le esigenze dei “visitatori”, raggiungere la più alta percentuale di terapie, evitare morti e quant’altro.

Grazie a Two Point Hospital – Jumbo Edition, avrete la possibilità di godere di 4 espansioniPebberley Island, Off The Grid, Close Encounters e Bigfoot, oltre a tantissimi altri DLC di minore entità o apprezzamento generale. Tutte questi pack portano moltissime novità rispetto al titolo originario, come malattie, stanze, interazioni e similari, estendendo i 15 livelli iniziali ad un complessivo di 27 livelli.

Il filo conduttore dell’intera esperienza di gioco, non sarà tanto la trama, quanto l’umorismo e la natura esilarante, oltre ai costumi ed alle malattie (basti pensare alla macchina dello “svitamento” dove i malati hanno una lampadina al posto della testa, o lo “spadellatore” che rimuove le padelle dal capo), anche i semplici commenti sullo stato del personali sono decisamente divertenti (“è il prodotto del nepotismo“, “si stanca facilmente” e così via). Un qualcosa che non porta il titolo nel ridicolo, ma rende più divertente ed alla mano un’esperienza potenzialmente molto complessa.

 

Gameplay e grafica

Come tutti i gestionali che si rispettino, la parte più complessa riguarda l’avvicinamento alle meccaniche di gioco, un insieme enorme di informazioni, peculiarità e caratteristiche generali, tali da mettere in difficoltà almeno inizialmente l’utente non avvezzo a questa tipologia di titoli. Per aiutarvi gli sviluppatori hanno introdotto i primi due/tre livelli come una sorta di tutorial, nel quale vi accompagneranno a comprendere appieno tutti gli automatismi (e lo fanno molto bene).

L’interfaccia su Nintendo Switch è ricca di informazioni ed abbastanza intuitiva, grazie anche agli aiuti che compaiono periodicamente nella parte inferiore, sebbene comunque le scritte, se utilizzata in modalità mobile, sono fin troppo piccole. Abbastanza irritante è il lento caricamento iniziale, sia dell’applicazione che del salvataggio vero e proprio, attendere 2/3 minuti prima di giocare, non fa mai piacere. Una volta iniziato, riteniamo essere semplicissimo accedere a tutte le funzioni, nel caso in cui si nutrissero dubbi in corso d’opera, a fianco di ogni pulsante virtuale è indicata la lettera del pulsante fisico da premere, ed è sempre un bene.

L’esperienza complessiva è decisamente longeva, grazie ai DLC, e non particolarmente complessa. Dopo aver compreso il funzionamento del titolo, ci scontreremo con “livelli” sempre più complicati, ma mai impossibili da gestire, con un briciolo di esperienza si riusciranno a soddisfare i pazienti, il personale (grazie alla “formazione” ed ai vari tirocinanti), godendo di sfide all’interno del livello sempre più complesse ed avvincenti, che difficilmente vi faranno stancare alla lunga.

La grafica è assolutamente spassosa, data la natura di Two Point Hospital – Jumbo Edition abbiamo apprezzato moltissimo i costumi, le ambientazioni, le stanze e gli oggetti da installare negli ospedali. I dettagli sono precisi, i colori ottimi e la fluidità è complessivamente eccellente; in modalità console verrà avviato tranquillamente in FullHD a 30fps, ed è consigliato sopratutto per le scritte se non avete una vista perfetta. Quando utilizzato in modalità portatile, sarà leggermente meno qualitativo, però resta incredibilmente godibile e dettagliato.

 

Two Point Hospital – Jumbo Edition: recensione

In conclusione Two Point Hospital – Jumbo Edition è il gestionale più spassoso e divertente di sempre, una versione da acquistare immediatamente se amate i titoli dello stesso tipo, e non volete solamente gestire un ospedale, ma volete divertirli nel farlo. Le informazioni non appaiono essere troppo complesse, sebbene comunque siano perfettamente in linea con le aspettative e ben strutturate, la grafica è eccellente, l’unico handicap degno di nota riguarda proprio l’estrema lentezza nell’apertura e nel salvataggio della partita.

Two Point Hospital - Jumbo Edition

40 euro
7.9

Grafica

8.0/10

Longevità

8.5/10

Gameplay

8.0/10

Esperienza di gioco

8.0/10

Prezzo

7.0/10

Pros

  • Grafica eccellente e dettagliata
  • Leitmotiv votato alla "pazzia" e all'ironia generale
  • Tante caratteristiche dettagliate e molto precise
  • Non annoia e non è troppo complesso per i neofiti
  • Buon gameplay

Cons

  • 39,99 euro non sono pochissimi
  • Tempi di caricamento lunghissimi

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