Un pannello solare attuale è già “vecchio” se raggiunge i 30 anni. Ma una nuova scoperta potrebbe renderlo “immortale”. Uno dei grandi vantaggi del pannello solare fotovoltaico è la sua lunga durata di almeno 25 anni, ma può facilmente superare i tre decenni se adeguatamente curato. Di recente, una scoperta fatta dai ricercatori dell’Università di York, nel Regno Unito, potrebbe prolungare indefinitamente la durata di questa tecnologia nel futuro.
Negli studi sul seleniuro di antimonio, un semiconduttore già comunemente utilizzato nella produzione di celle fotovoltaiche, gli scienziati hanno scoperto che il materiale è in grado di ripararsi da solo quando viene degradato. I semiconduttori sono la parte fondamentale della tecnologia fotovoltaica, responsabili della conversione della luce solare in elettricità e utilizzati nella produzione delle celle che compongono un pannello solare. Si scopre che, nel corso degli anni, questi semiconduttori subiscono un degrado naturale dovuto al processo di ricombinazione degli elettroni dei loro atomi.
In questo modo, la scoperta dei ricercatori di York porta la prospettiva che potremmo avere pannelli solari autorigeneranti ad alte prestazioni, che potrebbero aumentare ulteriormente l’ efficienza e la fattibilità dei sistemi di energia fotovoltaica.
Secondo il professor Keith McKenna, che ha guidato il team di ricercatori, la capacità del seleniuro di antimonio di autorigenerarsi è simile a quella di una stella marina o di un rettile quando recuperano un arto dopo un incidente. “Il processo mediante il quale questo materiale semiconduttore si autoguarisce è molto simile al modo in cui una salamandra è in grado di far ricrescere gli arti quando ne viene tagliata una. Il seleniuro di antimonio ripara i legami rotti creati, formandone di nuovi”, spiega McKenna. “Questa capacità è insolita nel mondo dei materiali come lo è nel regno animale e ha importanti implicazioni per le applicazioni di questi materiali nell’optoelettronica e nella fotochimica“, aggiunge.
Una scoperta simile è stata fatta dai ricercatori dell’Accademia cinese delle scienze, che hanno creato un nuovo tipo di cella solare a base di perovskite, che può rigenerarsi da una combinazione funzionale di polivinilpirrolidone, un polimero solubile in acqua formato da più catene di vinilpirrolidone.
Alla fine, tutti questi studi sulle tecnologie dell’energia solare mirano ad ampliare l’uso di questo tipo di energia, che è la più grande e sicura tra le fonti di energia rinnovabile disponibili al mondo, in grado di contribuire agli obiettivi climatici dei paesi e aiutare a combattere il riscaldamento globale.