La bufala del 5G collegato al Covid-19, la malattia che in realtà è causata dal nuovo coronavirus, ha ormai raggiunto una portata mondiale. La nuova vittima di tutto questo è ormai la Nuova Zelanda dove ben 17 torri dedicate all’infrastruttura della rete di ultima generazione sono state attaccate e distrutte. Attacchi incendiari mirati e pericolosi.
I 17 colpi sono avvenuti in pochi giorni tra le tre principali città del paese a sud dell’Australia ovvero Auckland, Wellington e Northland. Secondo le autorità locali, il tutto è stato collegato proprio alle teorie del complotto che negli ultimi mesi hanno preso piede. Questo genere di teorie sono sempre esistite, ma che l’attuale emergenza ha amplificato a ogni livello.
Il 5G, il coronavirus e il Covid-19
All’inizio sembrava che l’isteria fosse circoscritta al Regno Unito, il paese comunque che ha registrato più attacchi dall’inizio della pandemia con oltre 70 attacchi alle torri 5G più altri attacchi andati a vuoto su obiettivi sbagliati o minacce al personale dedicato alla manutenzione. In poco è arrivata dovunque, anche in Italia, ma per fortuna in maniera ridotta.
Siamo nel 2020 e ancora si discute sulla possibilità che i cellulari possano far venire il cancro, una risposta del genere di fronte al coronavirus non sorprende più di tanto. Già prima di tutto questo in molti non vedevano di buon occhio l’infrastruttura dedicata al 5G. Allo stato attuale delle cose, non c’è nessuno studio che ha visto nelle frequenze usate da tale rete una pericolosità per l’uomo, solo qualche inconveniente con le letture meteorologiche.