L’acufene è una condizione fastidiosa che attualmente, numeri probabilmente sottodimensionati per l’incapacità di fare diagnosi in certe parti del mondo, colpisce il 15% della popolazione mondiale. Chi ne soffre, sente costantemente un suono nell’orecchio nonostante non ci siano suoni esterni. L’intensità varia da persona a persona e per qualcuno può essere così fastidioso da portare a impazzire. Purtroppo, allo stato attuale, non si hanno trattamenti in grado di risolvere la condizione.
Considerando che l’acufene non è nient’altro che un suono fantasma che si percepisce nell’orecchio, verrebbe da pensare che sia facilmente gestibile. Invece no. Una recente scoperta sembra aver trovato un paio di meccanismi dietro a tutto questo non nell’orecchio, ma bensì nel cervello. Il modo come questi due meccanismi funzionano insieme potrebbe portare in futuro a scoprire come trovare una cura.
Nuove scoperte sull’acufene
Quando si parla di acufene notturno, sembra che le onde lente siano un pezzo chiave. Queste vengono prodotte dal cervello, detto molto semplicemente, per far riposare se stesso in tutte le sue parti, ma non tutte le zone ricevono allo stesso modo le suddette onde. A rimanere scoperte rimangono fuori quelle della vista e quella dedicata alla funzione motoria. In alcuni casi, queste zone possono addirittura arrivare a essere sovraeccitate e sembra che questo accadi nelle persone con l’acufene. Il collegamento aiuta anche a spiegare i disturbi del sonno tipici di queste persone.
Secondo i ricercatori, agendo sul sonno è possibile riuscire in qualche modo a risolvere l’acufene o comunque a riuscire a mitigarlo tanto da renderlo molto meno fastidioso. Al momento si tratta di un ipotesi legata a questa scoperta.