L’AGCOM (Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni) ha disposto nei confronti degli operatori nazionali di rete Wind e Tre Italia delle pesante sanzioni per il non corretto espletamento delle misure di trasparenza da attuare nei confronti di tutti quei clienti che, indebitamente, hanno visto disattivarsi la propria SIM senza troppe spiegazioni. Le pratiche scorrette hanno avuto seguito vincente per l’Autorità, che ha deliberato per il pagamento di una multa salatissime, giunta a seguito delle segnalazioni degli ultimi mesi pervenute all’attenzione dell’Authority.
L’accusa verte sul fatto che le SIM dei rispettivi operatori siano state disattivate senza alcun preavviso nei confronti degli interessanti. Di fatto, secondo normativa vigente, i vettori sono obbligati ad un preavviso minimo di 30 giorni, decorsi i quali si può procedere alla rescissione del contratto con l’utente finale che, alla luce della scadenza del termine, vedrà sospendersi il servizio. Un lasso di tempo necessario per consentire all’interessato di decidere se rinnovare o abbandonare in via definitiva la propria utenza. Una ricarica, di fatto, proroga di ulteriori dodici mensilità il periodo di validità minino della SIM.
AGCOM ha disposto l’inadempienza nelle procedure, a fronte di una forzosa disabilitazione praticamente imminente verso tutti coloro che avevano il lecito diritto di riservarsi la riattivazione, e che, tra le altre cose, ha richiesto da ambo le parti addirittura il pagamento di un contributo giustificato quale contributo per la riattivazione della scheda.
La condotta tenuta dai due operatori di rete mobile nazionale è stata davvero sconsiderata e scorretta e, comunque, contro ogni codice stabilito per le tempistiche e le modalità di sospensione e riattivazione dei servizi. Il risultato? Tre e Wind dovranno versare rispettivamente una quota di €320.000 e €340.000. Le argomentazioni, in tal caso, colludono con le vigenti delibere 482/16/CONS e 483/16/CONS reperibili presso il sito ufficiale dell’AGCOM.
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