Spesso capita che un farmaco pensato per un determinato scopo, si riveli efficace anche in altri contesti. È un fenomeno molto comune che adesso sta interessando una categoria di farmaci molto famosi, quelli che si basano sul semaglutide. Pensati per chi soffre di diabete, hanno dimostrato di essere fenomenali per perdere peso, ma non solo. Secondo nuove ricerche, mostrerebbero risultati importanti sulle persone affettate dal morbo di Alzheimer.
Uno studio in Cina ha notato come il semaglutide sia in grado di dare una mano alle cellule immunitarie a guadagnare quello che viene definito uno strato protettivo aggiuntivo. Questa nuova protezione sarebbero in grado di rallentare la progressione del morbo di Alzheimer o addirittura prevenirla. I risultati finora sono stati osservati nei topi dove il farmaco ha aiutato a ridurre l’accumulo delle proteine beta-amiloidi.
Una nuova frontiera contro l’Alzheimer?
A livello comportamentale, è stato visto che i topi con l’Alzheimer che assumevano il semaglutide poi riuscivano a ottenere risultati migliori nei test sulla memoria a breve e lungo termine. Rispetto a un gruppo di controllo sano, i risultati erano quasi allo stesso livello.
Le parole dei ricercatori: “Questi risultati comportamentali hanno mostrato che la somministrazione esogena di semaglutide ha migliorato significativamente l’apprendimento, la memoria e i disturbi del comportamento cognitivo dei topi 3xTg (quelli con l’Alzheimer). Ipotizziamo che la semaglutide mostri un effetto antinfiammatorio promuovendo la trasformazione della microglia da tipo M1 a tipo M2 nel cervello dei topi 3xTg, e quindi eserciti un effetto neuroprotettivo. È importante sottolineare che sono attualmente in corso studi di fase 3 sul semaglutide nei pazienti affetti da Alzheimer.”