Abbiamo più volte parlato di come il mondo delle transazioni finanziarie stia rapidamente cambiando, passando dal vecchio (monete, banconote e assegni) al nuovo (carte di credito, carte di debito, carte prepagate) al nuovissimo (pagamenti via smartphone). Analizzando quest’ultimo punto, abbiamo affrontato già il sistema di pagamento Apple Pay e Samsung Pay | Samsung acquista LoopPay per contrastare Apple Pay |. Quest’oggi invece ci focalizzeremo soprattutto su Android Pay, il sistema di pagamento tramite smartphone presentato allo scorso Google I/O da parte del colosso di Mountain View | Android M le novità in dettaglio svelate al Google I/O |.
Nello specifico però, non andremo ad analizzare quanto può diffondersi questo sistema di pagamento in confronto agli altri o magari quando arriverà ufficialmente in Italia (se subito insieme agli USA o se magari in una seconda ondata futura), anche perchè ancora non lo sappiamo. Ciò che affronteremo oggi invece saranno le commissioni che, ad ogni pagamento effettuato, andranno a Google. Da questo punto di vista, Apple Pay ha già delle tariffe ben chiare e precise: 0,15% per ogni transazione fatta da carta di credito e 0,5% per ogni transazione fatta da carta di debito. Possono non sembrare grandi numeri ma fidatevi che, per il numero di persone che in futuro utilizzeranno il servizio, le entrate per Apple saranno elevate.
A differenza del colosso di Cupertino però, Google vuole che il servizio sia quanto più diffondibile possibile fra gli utenti e, per questo motivo, non prenderà alcuna commissione sui pagamenti che effettueremo. Del resto questa è stata da sempre la politica di Google nel gestire i propri servizi ed a noi utenti non può che fare piacere così.
Tutto ciò sarà possibile non solo grazie a Google, proprietaria del servizio Android Pay, ma anche a Visa e Mastercard, i quali hanno un pò aperto lo standard per accedere ai loro circuiti di pagamento, per cui parte della spesa viene assorbita in questo modo.
Così come ci si aspetterebbe, con Android Pay nessun dato sensibile verrà trasferito nel momento in cui effettueremo una transazione. Il tutto è una manna dal cielo per quanto riguarda il discorso legato alla privacy degli utenti. La notizia, nonostante non è stata pubblicata da Google stessa, ha quasi un carattere di ufficialità, in quanto pubblicata da una redazione importante come il The Wall Street Journal.