Google dà molta importanza al suo software Android, rilasciando periodicamente piccoli aggiornamenti e patch di sicurezza, e lanciando ogni anno un upgrade software completo, che migliora le prestazioni e implementa nuove funzionalità.
Quando Google rilascia le varie beta anticipate del nuovo software, ci sono un sacco di nuove funzionalità e miglioramenti visivi da scavare, oltre a miglioramenti sotto il cofano per far funzionare meglio i nostri telefoni. Ovviamente, però, queste prime anteprime degli sviluppatori evidenziano sempre bug e problemi di stabilità e non sono necessariamente pronte per l’uso da parte dei consumatori (da qui il termine “sviluppatore”). Lo stesso vale per la beta di Android Q, dove si evidenziano anche qui alcuni bug da fixare. Vediamo quali.
I problemi di stabilità della beta di Android Q
La beta è possibile provarla soltanto per chi ha come smartphone i Google Pixel, i device Android per eccellenza. Ecco i principali problemi emersi in questa seconda beta, che sono comunque di meno rispetto alla prima:
- Scarsa durata della batteria. Seppur il risparmio energetico è ben fatto e calibrato, con Android Q si hanno 2 ore di schermo acceso prima di scaricarsi completamente, al contrario delle 4 ore di Android 9.0 Pie. Un limite quindi fortemente notabile.
- Incongruenze con Google Maps. La posizione dello smartphone per la metà delle volte è errata e non corrisponde a quella reale.
- Prestazioni peggiori. Spesso, le prestazioni delle applicazioni e del sistema sono periodicamente lente ed impacciate, ed, a lungo andare, potrebbero non rispondere ai comandi.
- Condivisione screenshot. Se si fa uno screenshot e si prova a mandarlo a qualcuno direttamente dall’applicazione spesso il sistema causa un arresto anomalo.
- Autorizzazioni. Se si utilizza un profilo di lavoro, concedere l’autorizzazione al telefono per l’app può causare il fallimento degli upload o bloccare l’app.