Il vaccino di AstraZeneca ha avuto un iter travagliato prima di essere approvato dall’EMA. Il motivo dietro le settimane passate dall’effettiva conclusione dei test sui volontari e l’approvazione è legato ai dati discordanti, e a volte incompleti, sulla sua efficacia. Nell’ultimo report dell’agenzia europea si è parlato di un’efficacia del 55%, ma in realtà più anche essere più alta.
Già come si era notato durante la sperimentazione, le tempistiche tra l’inoculazione della prima e della seconda dose potevano cambiare di fatto l’efficacia. Apparentemente, se passato almeno 12 settimane tra la prima e la seconda, l’efficacia supera l’80% andando quindi a risultare anche molto più efficacia di un banale vaccino antinfluenzale.
Lo studio va confermato, ma sicuramente se sarà così allora il vaccino potrebbe riacquistare importanza. Visto all’apparente poca efficacia, perlomeno in confronto ai vaccini di Pfizer e Moderna, il suo è stato pensato non per le categorie più a rischio, ma quelle al di sotto.
AstraZeneca e gli altri vaccini
Tutti questi vaccini sono importanti per il ritorno alla normalità. Ormai stiamo già assistendo come nei paesi che più di tutti hanno vaccinato la popolazione il numero di nuovi contagi stia calando drasticamente giorno dopo giorno. Si è visto soprattutto in Israele e nel Regno Unito; quest’ultimo deve comunque fare i conti con l’alto numero di contagi delle scorse settimane e lo si vede nel numero di morti nell’arco di 24 ore. Alcuni studi hanno sottolineato come anche solo l’uso della prima dose stia diminuendo la capacità delle persone di trasmettere il virus. Questa situazione sta ovviamente permettendo a quei paesi di allentare man mano le misure restrittive.
Ph. credit: BBC