AstraZeneca, dopo mesi dalla prima sospensione, torna di nuovo sotto esame. Nonostante siano stati registrati diversi casi di trombosi, gli ultimi stanno di fatto spingendo a un cambiamento. L’apertura alle fasce di età sotto i 30 anni apre uno scenario del tutto nuovo e si parla infatti di imporre nuovi limiti di età per le somministrazioni del suddetto vaccino.
Negli ultimi giorni sono stati diversi gli esperti che si sono espressi in merito e apparentemente ora la palla sembra essere arrivata concretamente al Comitato Tecnico Scientifico. Quest’ultimo dovrà decidere se ci sarà una nuova strategia con il vaccino di AstraZeneca rispetto ai giovani, soprattutto le donne.
AstraZeneca: il nuovo possibile limite di età
L’idea sembrerebbe essere quella di imporre il limite sotto il quale non va somministrato questo vaccino nello specifico proprio sotto i 30 anni, ma si parla anche di 40. C’è anche da sottolineare come AstraZeneca sia di per sé raccomandato per i soggetti sopra i 60 anni per dire che si sa che ci sono dei rischi che aumentano con l’abbassarsi dell’età.
Si continua a parlare anche di benefici che superano i rischi, anche in queste condizioni. Con l’abbassarsi dei contagi giornalieri e con l’aumento della percentuale di persone vaccinate però questi benefici diventano sempre meno evidenti. Nel frattempo comunque, in attesa di una risposta ufficiale a questo problema, alcune regione hanno iniziato a fare dietrofront agli open day, quei giorni in cui chiunque si può prenotare per ricevere proprio il vaccino di AstraZeneca.
In Italia ogni giorno vengono somministrati una media di oltre 70.000 dosi di AstraZeneca. Con l’incidenza che sembra essere associata ai giovani dell’effetto collaterale più grave vuol dire che ci possono essere da due ai tre casi al giorno.