Uno dei migliori vantaggi dei genomisti ecologici è l’immergersi negli splendidi fondali, dove sono presenti le splendide barriere coralline. Tuttavia con il passare del tempo e a causa del riscaldamento climatico le cose sono cambiate. Ci sono sempre meno pesci, i colori sono quasi del tutto spariti e sostituiti da sacchi di macerie. Il Global Coral Reef Monitoring Network ha pubblicato il primo rapporto in assoluto che raccoglie statistiche globali sui coralli, documentando lo stato delle barriere coralline in 12.000 siti in 73 paesi in 40 anni.
In conclusione il mondo ha perso il 14% dei suoi coralli, ovvero circa 11.700 chilometri quadrati di corallo spazzati via, dal 2009 al 2018. Proprio a causa del riscaldamento globale, i coralli stanno affrontando momenti davvero difficili. Le prolungate ondate di calore marino, che sono sempre più in aumento, fanno si che i coralli espelino le loro alghe simbionti, lasciandoli sbiancati, deboli e molto vulnerabili.
Barriera Corallina, possibili speranze di salvezza
L’inquinamento locale è sempre stata una minaccia, ma il riscaldamento globale sta diventando la minaccia principale e predominante. L’1,5 gradi Celsius di riscaldamento globale causerebbero un calo delle barriere coralline globali dal 70 al 90%. L’innalzamento di due gradi potrebbe portare alla perdita di oltre il 99% dei coralli. Tuttavia ci sono alcuni barlumi di speranza: i coralli possono riprendersi a livello globale se gli viene concesso circa un decennio di tregua dalle acque calde.
Alcuni punti, specialmente nel triangolo dei coralli dell’Asia Orientale che ospitano un terzo dei coralli globali, hanno invertito la tendenza e i coralli sono tornati a crescere. Inoltre ci sono indizi che i coralli possano abituarsi alle acque più calde. Al momento gli studi di ricerca stanno escogitando diversi modi per proteggere queste specie, dall’allevamento selettivo di super coralli alla diffusione di probiotici sulle barriere coralline stressate. Ovviamente non sarà possibile andare a salvare tutti i coralli. Il punto è salvare alcune barriere coralline in modo che possano attraversare le epoche buie del cambiamento climatico.
Da quando è iniziato lo studio il corallo duro sulle barriere coralline del mondo è rimasto relativamente stabile per decenni. Ciò che è cambiato è l’avvenimento del primo sbiancamento di massa. Le acque calde di tutto il mondo hanno spazzato via circa l’8% dei coralli viventi a livello globale, equivalente a un totale complessivo di 6.500 chilometri quadrati. I coralli sono in realtà abbastanza bravi a sostenere brevi e bruschi aumenti di temperatura, ma quando iniziano a durare mesi, vediamo problemi reali.
Le altre tre principali regioni globali per il corallo: il Pacifico, che detiene più di un quarto del totale globale; Australia, con il 16%; e i Caraibi, con il 10%, ospitano tutti meno corallo oggi rispetto a quando sono iniziate le misurazioni. I Caraibi sono un caso davvero tragico e disperato. Di fronte a condizioni punitive, gli ambientalisti del corallo di tutto il mondo stanno lavorando per proteggere i coralli dall’inquinamento e per ripristinarli attivamente.
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