L’uomo produce fin troppe emissioni. Ogni nostra azione ne produce una certa quantità, anche leggere questa notizia da smartphone o computer. Ovviamente, almeno per come ci siamo evoluti e abituati, è praticamente impossibile riuscire ad invertire tale tendenza. Quello che si può fare è sicuramente cercare di stare più attenti a quello che si fa. C’è da dire però che volendo si può fare molto di più e una base scientifica nell’Antartide ci può mostrare come.
Il continente ghiacciato è un luogo molto inospitale e pieno di insidie eppure dei ricercatori sono riusciti a mettere in piedi una stazione a emissioni zero, la Princess Elisabeth Antarctica Research Station situata nell’Antartide dell’Est. Nata nel 2008, l’idea originale risale fino al 1998 quando l’esploratore Alain Hubert effettuò la sua traversata del continente.
La stazione a zero emissioni
La parte più importante della base e la cresta su cui è stata costruita, un costone di granito. Tale punto fermo ha permesso di creare una struttura sopraelevata sorretta da dei piloni che sono ancorati a tale blocco. L’energia è prodotto da dalle turbine eoliche, anche queste sono presenti grazie al granito in quanto altrimenti non sarebbe stato possibile sfruttarle, e dai pannelli solari i quali sono stati disposti sia sulla struttura che per terra. Entrambe queste due fonti, oltre a produrre energia creano anche calore il quale scioglie il ghiaccio in acqua che viene raccolta per poi essere utilizzata.
Il punto di questa stazione però è un altro. Ovviamente è un perfetto luogo per fare ricerche in un luogo per certi versi ancora misterioso e che nasconde tanti segreti. L’idea dell’ideatore della base è quella di mostrare al mondo che si può vivere producendo zero emissioni. Se ci sono riusciti in un luogo così inospitale allora si può fare dovunque.