I buchi neri rappresentano uno dei grandi misteri del cosmo, sappiamo ancora poco di questi fenomeni ma adesso siamo forse arrivati a una svolta. Fotografare un buco nero è impresa ardua, ma per ottenere dati possono essere utilizzati strumenti diversi, come le onde gravitazionali.
Siamo soliti pensare a questi giganti come solitari ma la realtà potrebbe essere ben diversa, come sottolinea Alberto Vecchio dell’Università di Birmingham. Buchi neri che girano uno intorno all’altro, da questo moto le onde gravitazionali che permettono anche a noi di scoprire di più al riguardo.
Ligo “fotografa” i buchi neri
Le onde gravitazionali sono state teorizzate da Albert Einstein, ma per osservarle abbiamo dovuto attendere il 2015, merito di Ligo, antenna gravitazionale posizionata in Nord America. Questo strumento consente di ottenere numerosi dati da segnali che arrivano da distanze enormi.
L’analisi dei buchi neri – risultati dello studio pubblicati su Nature – parte da quattro segnali di onde gravitazionali intercettati tra il 2015 e il 2017, purtroppo un materiale che ancora non basta a stabilire con chiarezza l’origine del fenomeno e su perché alcuni buchi neri siano accoppiati ad altri.
Non va però sottovalutato questo passo avanti, finalmente abbiamo prove dirette circa l’attività dei buchi neri. I buchi neri presi in esame sono molto più grandi del nostro sole e posizionati in sistemi binari, nei prossimi mesi arriveranno sicuramente nuovi aggiornamenti da Ligo e da Virgo, l’antenna gravitazionale italia di Cascina, provincia di Pisa.
Fonte: gizmodo.com