La situazione di emergenza legata al coronavirus si è creata soprattutto per un problema legato al sistema sanitario. All’improvviso un gran numero di persone hanno avuto bisogno di essere ricoverate nelle terapie intensive e di essere attaccate a dei ventilatori polmonari per poter respirare. Il numero ridotto sia di posti letto in questione che dei suddetti dispositivi ha messo in ginocchio il sistema sanitario, ma nel frattempo sono arrivate diverse alternative, come la produzione di alcuni caschi particolari.
Dei caschi particolari: un’alternativa ai ventilatori polmonari
Le parole del capo progetto NIV Helmet Manufacturing Project, Aurika Savickaite:
“Il design semplicistico consente di creare il casco con risorse limitate e condizioni domestiche, tutto si riduce alla creatività. Sebbene la maggior parte delle parti necessarie si possano trovare comunemente nel reparto di pneumologia, le persone hanno improvvisato utilizzando sacchetti Ziploc, varie parti stampate in 3D, secchi di plastica e altre parti non tipiche. Inoltre, circa il 20-30% dei pazienti che usano l’HBV evita l’intubazione, contribuendo così a risparmiare altre scorte mediche attualmente scarse, come i sedativi. Nel complesso, la produzione locale di ventilatori basati su elmetto può rafforzare lo sforzo di sollievo dalla pandemia di ogni paese: più sono equipaggiati professionisti medici, maggiori sono le possibilità di ridurre il tasso di mortalità.”
Il progetto è pensato per tutti, ma soprattutto per quei paesi in via di sviluppo che non hanno un sistema sanitario in grado di affrontare una pandemia del genere. Il sito ufficiale si pone l’obiettivo di mettere in comunicazione professionisti sanitari, imprenditori che potrebbe dare vita alla produzione di tale dispositivo e possibili investitori. Un progetto che mira a salvare vite.