Ch’ing-Yang, l’asteroide che uccise 10.000 persone in Cina

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Quella che oggi è la gcittà fantasma di Quingyan, fu un tempo la florida Ch’ing-Yang nella provincia cinese di Shaanxi, fino al 1490, anno in cui venne distrutta da quella che le cronache dell’epoca riportano come una pioggia di sassi, ma che fu in realtà l’esplosione di un asteroide.

 

La pioggia di sassi che distrusse l’antica città cinese di Ch’ing-Yang

Esattamente nel terzo mese lunare di quell’anno, che corrisponderebbe al periodo tra il 21 Marzo ed il 19 Aprile, la città fu investita da una pioggia di sassi che sorprese i cittadini ed i contadini nei campi, a cui fu difficile trovare riparo. Le cronache riportano infatti un alto numero di vittime, soprattutto nelle campagne e nei piccoli villaggi, mentre nella città di Ch’ing-Yang molti abitanti riuscirono a trovare riparo, ma furono comunque costretti ad abbandonare le loro case.

Nelle testimonianze dell’epoca si parla di massi caduti dal cielo con dimensioni notevoli, “tra quelle di un uovo di oca e le più piccole come castagne d’acqua”. Gli stessi racconti riportano che il peso delle pietre variava dai 3 ai 5 “catties”, una tradizionale misura cinese che corrisponde ad un peso tra 1 ed 1,5 kg. Un peso notevole che, unito al gran numero di pietre, ha provocato oltre 10.000 morti, come riportano i documenti ufficiali dell’epoca redatti dall’ufficiale governativo della provincia si Shaanxi.

 

Sempre più accreditata l’ipotesi dell’asteroide

Ma le cronache cinesi del 1490 non fanno però menzione delle possibili cause della pioggia di massi dal cielo. Che cosa è accaduto quindi a Ch’ing-Yang quel fatidico giorno del 1490? che cos’è che ha provocato la morte di tutte quelle persone e distrutto un’intera città?

L’ipotesi più accreditata tra i ricercatori e gli storici è quella dell’esplosione di un asteroide molto grande, avvenuta a seguito del contatto con l’atmosfera terrestre. L’asteroide sarebbe dunque esploso frammentandosi nella miriadi di sassi che sono piovuti sulla provincia di Shaanxi, come raccontano le cronache.

Gli esperti sono giunti a questa conclusione analizzando le cronache dell’epoca, in particolare gli scritti dello Zhongguo gudai tianxiang jilu zongji, un testo che descrive dettagliatamente gli eventi astronomici dell’antica Cina. Nel testo l’episodio di Ch’ing-Yang è ben descritto e sono citate ben 10 fonti differenti, che hanno condotto i ricercatori a stabilire che l’unica spiegazione all’evento è quella dell’asteroide.

Analizzando i testi dell’epoca infatti non vi sono discordanze sulla pioggia di sassi, né sul peso o sulle dimensioni delle pietre. Le uniche discrepanze sono sul totale delle vittime; alcune fonti parlano di decine di migliaia di morti, l’ufficio governativo dello Shaanxi di diecimila morti, mentre il Ming Shi, la storia ufficiale della dinastia Ming, non fa riferimento a nessun decesso in riferimento all’evento dell’asteroide di Ch’ing-Yang.

Questo potrebbe essere dovuto al fatto che un evento del genere sarebbe stato visto dalla popolazione dell’epoca come un castigo degli dei, cosa che i membri della famiglia non potevano permettersi: essere creduti come ben voluti dagli dei era infatti di fondamentale importanza per la sopravvivenza della dinastia Ming.

 

Potrebbero esserci altre spiegazioni oltre quella dell’asteroide?

Questa potrebbe certo essere una spiegazione plausibile al motivo per cui non è menzionata nessuna vittima nel Ming Shi, ma la NASA ha comunque deciso di investigare anche su altri possibili scenari, come una forte grandinata ad esempio, che per quanto devastante non avrebbe provocato vittime.

Ma a screditare questa ipotesi e a valorizzare invece quella dell’asteroide, vi sono le numerose cronache che descrivono dettagliatamente la caduta di meteoriti molto frequente in Cina in quel periodo, sia prima che dopo l’asteroide di Ch’ing-Yang.

Secondo i ricercatori quindi l’ipotesi più probabile è quella dell’asteroide, che nel 1490 avrebbe distrutto la cittadina di Ch’ing-Yang ed i villaggi attorno, con un evento simile a quello che nel 1908 distrusse 2150 km2 di foresta in Siberia, precisamente a Tunguska

Valeria Magliani
Valeria Magliani
Instancabile giramondo, appassionata di viaggi, di scoperte e di scienza, ho iniziato l'attività di web-writer perché desideravo essere parte di quel meccanismo che diffonde curiosità e conoscenza. Dobbiamo conoscere, sapere, scoprire e viaggiare, il più possibile. Avremo così una vita migliore, in un mondo migliore.

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