Il numero di nuovi casi di coronavirus segnalati dalla provincia di Hubei e dalla sua capitale Wuhan è diminuito drasticamente dopo che le autorità sanitarie cinesi hanno cambiato il modo in cui il numero di infezioni viene ufficialmente notificato. Accade per la seconda volta in un mese, sebbene abbia sollevato dubbi sull’affidabilità dei dati derivanti dall’epicentro dell’epidemia.
Nel suo conteggio giornaliero, Hubei ha riferito giovedì 20 febbraio di avere solo 349 casi confermati aggiuntivi, rispetto ai quasi 1.700 casi aggiuntivi del giorno precedente.
Un nuovo criterio
I portavoce ufficiali non hanno fornito spiegazioni per l’improvviso declino, ma è arrivato un giorno dopo che le nuove linee guida nazionali hanno consigliato alla provincia di riportare solo due numeri nel suo conteggio generale: casi confermati e sospetti, in linea con il modo che sono riportati altri dati provinciali e nazionali.
In precedenza, Hubei aveva dato conto dei nuovi casi di infezione confermati da scansioni TC, quella che è nota come “diagnosi clinica” o test dell’acido nucleico. Questa pratica è stata in vigore solo una settimana ed è stata il risultato di un cambiamento nella metodologia che ha avuto luogo il 13 febbraio, che ha aggiunto bruscamente quasi 15.000 casi al suo conteggio totale.
Mancanza di chiarezza
Le scansioni TC sono un metodo alternativo che i medici di Hubei hanno utilizzato per rilevare segni di polmonite nei pazienti, a causa della mancanza di kit di test dell’acido nucleico in grado di identificare la sequenza genetica del virus nei pazienti. È anche noto che i kit stessi a volte generano falsi negativi.
In riconoscimento dell’inadeguatezza dei kit di test, il 5 febbraio la Cina ha consigliato alla Provincia di Hubei di iniziare a includere i pazienti con diagnosi di TAC come categoria separata nel suo conteggio generale. La provincia ha iniziato a farlo il 13 febbraio con un adeguamento che ha aumentato il conteggio totale del 45 percento.
Il cambiamento nelle linee guida di classificazione e la mancanza di chiarezza su ciò che è incluso nel conteggio ufficiale della Cina, ha costretto un altro ricalcolo del contesto della crisi, che finora ha infettato più di 70.000 persone e ucciso più di 2.000
C’è una crescente sfiducia nei dati ufficiali provenienti dalla Cina, un Paese che conta la stragrande maggioranza dei casi e decessi per coronavirus in tutto il mondo, e il sospetto che i funzionari cinesi stiano promuovendo prematuramente una narrazione secondo cui l’epidemia è soggetta controllo.k