La National Health Commission cinese ha pubblicato un elenco di trattamenti raccomandati che sarebbero efficaci contro l’infezione da coronavirus, tra cui delle iniezioni contenenti polvere di bile d’orso. Meno di un mese dopo aver preso i severi provvedimenti che hanno bloccato il commercio e il consumo di animali selvatici vivi per l’alimentazione, il governo cinese ha raccomandato l’uso di “Tan Re Qing“, un composto a base di bile d’orso, considerato efficace per il trattamento di pazienti addirittura gravi e critici.
La bile degli orsi è usata da lungo tempo nella medicina tradizionale cinese e si ritiene sia efficace per contrastare la malattia da coronavirus
Si tratta di uno dei numerosi trattamenti raccomandati per il coronavirus annoverabili nella vasta branca della medicina tradizione cinese ed è stato inserito in un elenco pubblicato il 4 marzo dalla National Health Commission, l’ente governativo cinese responsabile della politica sanitaria nazionale. Questa mossa ha però sollevato molte proteste da parte di diversi gruppi a tutela degli animali, i quali sostengono che questa pratica possa mettere in serio pericolo la fauna selvatica ponendo l’accento su una contraddizione: mentre da un lato il commercio di animali vivi a scopo alimentare è stato vietato, dall’altro verrebbe così promosso il commercio di loro parti.
Secreto dal fegato e immagazzinato nella cistifellea, la bile proveniente da varie specie di orsi, tra cui orsi neri asiatici e orsi bruni, è da lungo tempo utilizzata nella medicina tradizionale cinese; si ritiene almeno dall’ottavo secolo. La bile contiene infatti altissimi livelli di acido ursodesossicolico, noto anche come ursodiolo, una sostanza clinicamente testata e nota per aiutare a dissolvere i calcoli biliari e per curare diverse patologie del fegato.