La lotta al coronavirus, al contagio e al Covid-19 negli Stati Uniti non sta andando per niente bene. All’inizio sembrava che la curva si stesse abbassando e per questo motivo la popolazione aveva iniziato a reclamare indietro i propri diritti. Il contagio però non stava venendo fermando in tutto il paese, ma solo a New York. Per questo motivo, il via libera generale non ha fatto altro che favorire la diffusione del virus nel resto del paese.
Nella giornata di ieri, 25 giugno 2020, sono stati registrati oltre 40.000 casi in un giorno, un nuovo record che ha battuto il precedente, quello del 24 aprile che aveva visto quasi 39.000. Tra i due c’è però una differenza, quello di due mesi fa è stato di fatto il picco della prima ondata che ha colpito uno dei luoghi più densamente abitati del paese. A questo giro invece, è solo l’inizio di una seconda ondata che sta infestando gli altri stati.
Coronavirus: la superficialità degli Stati Uniti li ha fatti entrare nella seconda ondata
Gli americani hanno già dimostrato di non voler avere niente a che fare con le misure anti-covid anzi, sembra che ci fosse un astio nei confronti di chi li rispettava, come chi indossa le mascherine e veniva discriminato. Questo atteggiamento è comparso prima delle proteste che sono scoppiate ovunque. In aggiunta, da qualche giorno è iniziato anche quello che viene chiamato rally elettorale. Si tratta di una combinazione esplosiva.
In sostanza, quello che per anni è stato definito il più grande paese del mondo dovrà presto fare i conti con la più grande pandemia mai visto da quasi 100 anni. La popolazione non sembra preparato e non sembra voglia ascoltare gli esperti i quali prevedono un disastro umanitario su diversi fronti.