Il coronavirus è tornato a far paura in Cina. Dopo settimane senza nuovi casi, se non contiamo quelli importati da altri paesi come la Russia, ecco che è ricomparso un nuovo cluster. Quest’ultimo è legato nuovamente ai mercati all’aperto, gli stessi che sono accusati di aver fatto partire la pandemia. La risposta del governo è stata quasi assoluta.
Se già all’inizio ci sono state misure severe, come il blocco di 11 quartieri, ora si è passato ad altri. La maggior parte dei voli per e da la capitale sono stati bloccati e le scuole sono state richiuse. Quelle aperte erano poche, ma si stavano organizzando per riaprirle tutte.
La Cina ha paura di sperimentare una seconda ondata anche perché al momento non è chiaro quando il virus si sia diffuso oltre Wuhan alla prima; perlomeno, secondo i numeri ufficiali, il primo contagio è stato molto circoscritto.
Pechino e la paura del coronavirus
Le parole del vicedirettore del CDC cinese: “Poiché il mercato Xinfadi è il più grande mercato che vende beni di prima necessità quotidiani, con migliaia di lavoratori migranti e un gran numero di visitatori, è difficile controllare la diffusione. Potremmo assistere a un aumento dei casi confermati nei prossimi giorni.”
Nel frattempo, altri casi compaiono fuori la capitale. A Tianjin, una città di 1 milione di abitanti che arriva a 11 milioni con la zona metropolitana, ha visto un caso di contagio. Si tratta di un uomo che apparentemente non aveva lasciato la città nei giorni precedenti. Questo implica che il virus sta continuando a girare all’interno dei confini del paese asiatico.