La pandemia di coronavirus si sta facendo sentire in maniera molto forte in tutto il mondo. Nel nostro paese ci sarebbero segnali incoraggianti che testimonierebbero un calo nei contagi e nei decessi, motivo per cui Protezione Civile e Istituto Superiore della Sanità iniziano a guardare con cauto ottimismo l’evolversi di una situazione che fino ad una settimana fa si mostrava in tutta la sua drammaticità. Indelebile nella mente degli italiani resterà il corteo di autocarri dell’Esercito che trasportano altrove le bare di coloro che purtroppo non ce l’hanno fatta.
Tuttavia, la “mosca bianca” dei paesi europei che stanno lottando contro il coronavirus potrebbe essere la Germania, almeno dal punto di vista della mortalità. Il tasso di mortalità da coronavirus nel paese si aggira intorno all’1%, con più di 100.000 contagi confermati e circa 1.300 decessi. Numeri molto diversi da quelli italiani, che fanno registrare un tasso di mortalità vicino al 12%. Ma a cosa è dovuta questa differenza? Come mai il virus sembra essere meno “spietato” in Germania piuttosto che negli altri paesi del mondo? Le risposte potrebbero essere non solo molteplici, ma anche molto diverse tra loro.
La Germania ha mostrato un tasso di mortalità da coronavirus molto inferiore rispetto agli altri paesi europei: ma cosa c’è alla base di questi dati?
Un primo fattore da considerare è l’età media della popolazione tedesca: è ormai noto che il coronavirus aggredisce con particolare forza le persone più anziane, che magari fanno registrare condizioni di salute già precarie o patologie pregresse. In virtù dell’età media italiana e anche francese, che si aggira intorno ai 62 anni, la mortalità non può che risultare più alta se paragonata a quella in una popolazione, quella tedesca, che presenta un’età media di 49 anni. Un secondo fattore va ricercato nel numero di tamponi che ciascun paese sta effettuando: la Germania starebbe infatti procedendo al ritmo di circa 400.000 tamponi a settimana; un maggior numero di tamponi implica potenzialmente un maggior numero di positivi e quindi tendenzialmente meno decessi, in proporzione.
Da ultimo, c’è da considerare l’efficienza del sistema sanitario tedesco, che si è dimostrato in grado di assorbire gran parte dei malati bisognosi di ospedalizzazione. I posti di terapia intensiva in Germania sono circa 34 per ogni 100.000 persone; numeri impietosi, se consideriamo i 12 dell’Italia e i 7 ogni 100.000 dell’Olanda. Dopo appena un mese dall’emergenza, la Germania è infatti stata in grado di aumentare i posti di terapia intensiva a 40.000. La cancelliera tedesca Angela Merkel si è pronunciata a riguardo e ha avvertito: “Nonostante la buona risposta del sistema sanitario tedesco, non potremmo perdonarci di alimentare false speranze. È troppo presto per identificare una sicura dinamica positiva“, confermando che il blocco delle attività sarà mantenuto almeno fino alla fine delle vacanze pasquali.