Anche quando ci sentiamo bene, il nostro corpo può continuare a portare i segni invisibili del trauma. Un nuovo studio pubblicato su Prehospital And Disaster Medicine rivela che gli effetti biologici del trauma possono persistere nel tempo, anche in assenza di sintomi psicologici evidenti.
Tre sistemi coinvolti: nervoso, immunitario ed endocrino
I ricercatori hanno analizzato a lungo termine le risposte fisiologiche di 60 sopravvissuti all’attentato di Oklahoma City del 1995, confrontandoli con un gruppo di controllo. Le aree indagate:
- Sistema nervoso autonomo (frequenza cardiaca, pressione sanguigna)
- Sistema endocrino (livelli di cortisolo)
- Sistema immunitario (citochine infiammatorie)
Cosa ha rivelato lo studio
I sopravvissuti, pur dichiarando uno stato psicologico stabile, presentavano:
- Livelli più alti di IL-1β, un marcatore infiammatorio
- Livelli più bassi di IL-2R, implicato nella risposta immunitaria
- Cortisolo mattutino più basso
- Pressione diastolica a riposo più alta
Tutti segnali di una risposta allo stress ancora attiva, anche a distanza di decenni dall’evento traumatico.
La mente dice “sto bene”, il corpo dice il contrario
Interviste cliniche hanno mostrato che i punteggi per depressione e PTSD non differivano in modo significativo dal gruppo di controllo. Tuttavia, i sopravvissuti riportavano un benessere fisico percepito peggiore, pur essendo considerati clinicamente sani.
Come ha dichiarato la prof.ssa Rachel Zettl, coautrice dello studio: “Non è solo la nostra mente a ricordare il trauma, lo fanno anche i nostri processi biologici. Questo modifica il nostro essere fisico.”
Un nuovo sguardo sulla guarigione
Questo studio pone l’attenzione su un aspetto cruciale: la guarigione mentale non sempre coincide con quella biologica. I risultati aprono nuove prospettive per la salute mentale e fisica dei sopravvissuti a traumi estremi, sottolineando la necessità di approcci terapeutici integrati.
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