Arrivano notizie positive sul fronte della lotta al Covid-19: secondo uno studio americano svolto in collaborazione con gli esperti dell’Ospedale Sacco di Milano, sono stati isolati alcuni “super anticorpi” in grado di contrastare efficacemente il covid-19.
Un gruppo di ricercatori guidato dall’università di Washington, di cui fa parte anche l’ospedale Sacco con l’infettivologo Massimo Galli, ha pubblicato sulla rivista specializzata Science la scoperta di due anticorpi particolarmente robusti.
Covid-19, scoperti due nuovi “super anticorpi” che bloccano il virus
Testati sui criceti, hanno messo ko Sars-Cov-2, bloccando la famosa spike che il coronavirus usa per legarsi alle cellule umane e il recettore Ace2 che funge da chiave di ingresso.”Abbiamo ottenuto anticorpi potentissimi, che sono nella fase di sviluppo industriale e con cui speriamo di poter contribuire presto a contenere questa pandemia” ha scritto Rappuoli, microbiologo, direttore scientifico, in un articolo scritto per la rivista ‘Magistero del Lavoro“.
Si parte sempre da sangue di pazienti convalescenti, e usando tecniche di laboratorio molto sofisticate si cercano tra i milioni di cellule quelle rarissime che producono gli anticorpi che neutralizzano la spike del virus. Poi questi anticorpi vengono ricreati in laboratorio e usati come farmaci.
Gli anticorpi sono una delle principali risorse del sistema immunitario per neutralizzare diversi tipi di virus e batteri. Hanno la capacità di legarsi ad alcune molecole di questi agenti estranei, impedendo loro di invadere le cellule oppure facendo in modo che siano riconosciuti da altri meccanismi del sistema immunitario e distrutti.
Nel caso del coronavirus, alcune proteine virali che si legano alle cellule, necessarie per avviare la replicazione del virus, possono passare inosservate dagli anticorpi causando l’infezione che può poi portare alla Covid-19. Nella maggior parte dei casi, comunque, il sistema immunitario rileva l’infezione e sviluppa anticorpi specifici in grado di inibire le proteine che il coronavirus sfrutta per eludere i sistemi di sorveglianza delle cellule; senza di loro, infatti, il virus non si può replicare nell’organismo e proseguire l’infezione.
Sistema immunitario e anticorpi
Le tracce di questi anticorpi rimangono nel sangue dei pazienti convalescenti per diverso tempo, e proprio grazie alla loro analisi un gruppo internazionale di ricerca ha rilevato alcuni anticorpi più efficienti di altri nel riconoscere parte del meccanismo che il coronavirus impiega per penetrare nelle cellule.
I ricercatori hanno poi sperimentato diverse combinazioni degli anticorpi, iniettandole in alcuni criceti successivamente esposti al coronavirus. Nella loro ricerca, scrivono di avere notato l’impossibilità per il virus di replicarsi nei loro tessuti polmonari, a indicazione delle buone capacità degli anticorpi di prevenire un’infezione virale che avrebbe poi potuto portare all’insorgenza di sintomi gravi.
Lo studio segnala inoltre che gli anticorpi identificati potrebbero rivelarsi utili anche nel caso di mutazioni del virus, riducendo quindi il rischio di sviluppare farmaci efficaci solamente per una tipologia del virus. Il sangue degli individui convalescenti è impiegato da mesi in numerosi ospedali per trattare i pazienti più gravi; ha portato a risultati incoraggianti, ma le ricerche sulla sua efficacia sono ancora in corso. Il nuovo studio ha reso possibile l’analisi di alcuni anticorpi specifici e offre nuovi importanti elementi per comprendere come il nostro sistema immunitario affronti l’infezione.