Sempre più buone notizie sul fronte vaccini Covid-19 e bambini. Un nuovo studio ha segnalato che due donne incinte vaccinate sia con Pfizer e Moderna hanno trasmesso gli anticorpi al neonato. Anche in Italia due bambine nate pochi giorni fa hanno ricevuto l’immunità dalle proprie madri vaccinate quando ancora in gravidanza. Sono le prime bimbe ad aver riscontrato anticorpi nel sangue neonatale alla nascita.
Finora gli studi si erano concentrati solo sugli anticorpi del cordone ombelicale. Un’analisi ha rilevato quindi che i neonati possono beneficiare degli anticorpi indotti dal vaccino. Le risposte immunitarie indotte dal vaccino erano equivalenti nelle donne in gravidanza e in allattamento rispetto alle donne non incinte.
Gli anticorpi generati dai vaccini erano presenti in tutti i campioni di sangue del cordone ombelicale e di latte materno. Le IgG specifiche per SARS-CoV-2, ma non le IgA, sono aumentate nel sangue materno e nel latte materno con la spinta del vaccino. Non sono state osservate differenze nella reattogenicità tra i gruppi.
Il vaccino Moderna sembra avere più efficacia poiché stimola una produzione di immunoglobine A più elevata e dal momento che le A sono presenti maggiormente nel latte e nelle mucose, questo vaccino è ritenuto il preferibile. Qualche settimana fa la notizia di una bimba nata con anticorpi contro il Covid-19 da madre vaccinata con Moderna tre settimane prima.
Sappiamo che anche la casa farmaceutica Pfizer ha iniziato a testare il suo vaccino nei bambini di età inferiore dei 12 anni. Il colosso farmaceutico ha iniziato a testare il farmaco nella fascia compresa tra i 5 e gli 11 anni e se i risultati saranno validi si passerà alla fascia 2-5 anni e infine 6 mesi-due anni. Nello studio saranno coinvolti circa 5.000 bambini e i risultati della sperimentazione sono previsti nella seconda parte dell’anno e l’azienda farmaceutica spera di vaccinare i bambini all’inizio del prossimo anno.
Anche Moderna ha annunciato di aver iniziato a testare il suo vaccino nei bambini di età inferiore dei 12 anni partendo dai sei mesi. La prima parte testerà diversi livelli di dose del vaccino nei bambini, che cambia a seconda dell’età. I ricercatori esamineranno la sicurezza e la risposta immunitaria alle varie dosi per determinare quale portare nella seconda parte dello studio, nella quale altri soggetti saranno assegnati casualmente al ricevere due dosi del vaccino di Moderna o di un placebo, a distanza di 28 giorni l’uno dall’altro.
È chiaro che se ci si vuole almeno avvicinare all’immunità di gregge limitando il più possibile la circolazione del virus e il rischio dell’insorgere di nuove varianti non può essere tralasciata la fascia pediatrica, che rappresenta un quarto della popolazione mondiale.
Foto di PublicDomainPictures da Pixabay
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