Un nuovo studio sul Covid-19 condotto da ricercatori di diversi poli universitari, tra cui quelli dell’Imperial College di Londra, ha visto come una persona che riceve una singola dose di vaccino e che non è stata contagiata durante gli scorsi mesi risulta essere più esposta alle varianti del coronavirus. Sono arrivati a questo risultato studiando gli operatori sanitari vaccinati con Pfizer.
Analizzando la conta degli anticorpi dei sanitari hanno visto come, dopo il vaccino, chi era stato contagiato dal virus presentava una conta più alta dell’altro gruppo. Nello specifico c’erano livelli bassi di anticorpi in grado di contrastare la variante B.1.1.7 e quella B.1.351, rispettivamente quella inglese e sudafricana.
Covid-19: vaccini, contagi e varianti
Le parole di uno degli autori, il professor Calum Semple: “Si tratta di dati del mondo reale che dimostrano che i vaccini funzionano, ma non è inaspettato che mostri anche qualche fallimento del vaccino, soprattutto nella fragile popolazione anziana”. Il fallimento fa riferimento a diverse centinaia di anziani che si sono malati gravemente con il Covid-19 anche diverse settimane dopo aver ricevuto il vaccino. C’è da ricordare però come nessuno dei vaccini finora approvati ha dimostrato di avere un’efficacia del 100%.
Anche negli Stati Uniti sono stati tenuti sott’occhio questi dati. Finora si è parlato di 7.157 segnalazioni che hanno portato a 498 ricoveri per sintomi gravi del Covid-19 e 88 decessi. Le parole del CDC: “I casi di svolta di vaccinazione segnalati rappresenteranno una sottostima. Nessun vaccino è efficace al 100% nel prevenire le malattie. Ci sarà una piccola percentuale di persone completamente vaccinate che si ammaleranno ancora, saranno ricoverate in ospedale o moriranno di Covid-19.”