Prima Facebook, poi Twitter. I due social dove si raccoglie la stragrande maggioranza dei sostenitori online di Donald Trump decidono di oscurare un suo post: quello in cui il presidente Usa paragonava l’influenza stagionale in arrivo all’epidemia da Covid-19, invitando gli americani a imparare a conviverci.
Facebook ha rimosso un post del presidente Trump in cui affermava falsamente che il Covid-19 è meno mortale dell’influenza stagionale. Il portavoce di Facebook Andy Stone ha confermato che la società ha rimosso il post per aver infranto le sue regole sulla disinformazione del Covid-19.
Covid-19, Facebook accusa Trump di disinformazione
Il presidente Trump, per sua stessa ammissione, ha minimizzato la minaccia del Covid-19. Ora, mentre combatteva il suo stesso attacco di malattia, ha continuato a minimizzare disonestamente la gravità del virus. Il suo post ha falsamente equiparato il Covid-19 all’influenza stagionale.
Ha anche pubblicato lo stesso messaggio su Twitter. Quel post è ancora in diretta, ma Twitter ha aggiunto un messaggio al Tweet in cui si afferma che ha violato la regola dell’azienda sulla diffusione di informazioni fuorvianti relative al Covid-19. Già ad agosto, Facebook e Twitter hanno rimosso un post di Trump per contenere false affermazioni sul Covid-19. Il post conteneva un video del presidente durante un’intervista a Fox News in cui affermava falsamente che i bambini sono “quasi immuni” al virus.
Una decisione che ha scatenato l’ira di Trump che a distanza di due ore in un secondo post ha minacciato nuovamente di abrogare la ‘Sezione 230’, una clausola del Communications Decency Act inserita nel 1996 che permette ai social di non essere ritenuti responsabile davanti alla legge dei contenuti online pubblicati dai loro utenti.