Immuni supera i 7 milioni di download. Come si legge sul sito Immuni.italia.it, l’app di tracciamento è stata scaricata finora da 7.036.898 cittadini e ha inviato 5.870 notifiche; al momento 357 utenti positivi al Covid-19 hanno caricato i codici permettendo di avvisare le persone entrate in contatto con loro.
Intanto il governo lancia una campagna per la diffusione di Immuni. All’iniziativa, promossa dal 5 all’11 ottobre, hanno aderito tutte le testate giornalistiche, pubbliche e private, fa sapere il presidente del Consiglio Giuseppe Conte che non esita a definire un obbligo morale partecipare a questo programma. I dati restano anonimi, la geolocalizzazione è disattivata.
Immuni è un sistema di tracciamento di prossimità di Immuni mira ad allertare l’utente quando questo è stato esposto a un utente potenzialmente contagioso. Una volta installata l’app dall’utente A, l’app fa sì che il suo smartphone emetta continuativamente un segnale Bluetooth Low Energy. Il segnale include un identificativo di prossimità.
Lo stesso vale per l’utente B. Quando A si avvicina a B, gli smartphone dei due utenti registrano nella propria memoria l’identificativo di prossimità dell’altro, tenendo quindi traccia di quel contatto, incluso quanto è durato approssimativamente e a che distanza erano i dispositivi dei due utenti.
Per ogni utente, l’app scarica periodicamente dal server le nuove chiavi crittografiche caricate dagli utenti che sono risultati positivi al virus, deriva i loro identificativi di prossimità e controlla se qualcuno di quegli identificativi corrisponde a quelli registrati nella memoria dello smartphone nei giorni precedenti. In questo caso, l’app dell’utente A troverà l’identificativo casuale di B, verificherà se la durata e la distanza del contatto siano state tali da aver potuto causare un contagio e, se sì, allerterà A.
Gli identificativi di prossimità sono generati del tutto casualmente, senza contenere alcuna informazione sul dispositivo o l’utente. Inoltre, sono modificati diverse volte ogni ora. Questo rende pressoché impossibile per un malintenzionato sfruttarli per tracciare in qualche modo gli spostamenti di un utente. Queste sono solo alcune delle tante misure implementate da Immuni per proteggere al meglio la privacy degli utenti.
Il personale sanitario ha l’obbligo di chiedere all’utente risultato positivo al Covid-19 se abbia installato l’app Immuni. Se lo ha fatto, l’utente dovrà dare il codice associato all’app, aprendo le “Impostazioni” e dopo cliccando su “Gestione dati” e “Caricamento dati”. Il procedimento richiede l’assistenza di un operatore sanitario che dovrà confermare il codice generato dall’app e procedere con il pulsante “verifica” per la validità.
A quel punto viene inviata una notifica che informa tutti gli altri dispositivi entrati a contatto con l’utente positivo. Una volta che l’Asl di riferimento, dopo aver effettuato ulteriori tamponi, conferma al paziente di non essere più positivo, questo può aggiornare lo stato di salute all’interno di Immuni. È sufficiente cliccare su ”Sei guarito? Aggiorna il tuo stato“ e “Sono Covid-19 negativo”.
L’utente che riceve la notifica di essere stato a contatto con un paziente Covid positivo deve contattare il medico di base per i dovuti approfondimenti. Il medico a sua volta contatterà l’Asl che prenderà in carico la situazione occupandosi della sorveglianza sanitaria.
In attesa delle indicazioni del medico o dell’Asl bisogna mettersi in quarantena, lavarsi di frequente le mani, tenere un metro di distanza, limitare i movimenti negli spazi comuni della casa e i contatti. Molto dipende quindi dalla responsabilità individuale dei cittadini. Se è vero che non c’è alcun obbligo di scaricare l’app o di accettare che il personale sanitario inserisca il proprio codice nel database, è implicito che non farlo potrebbe essere controproducente.
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