I cinesi sono il motore del pianeta. Si può non concordare con questa affermazione per diversi motivi, ma è difficile confutarla. Lo sono in diversi campi come la produzione industriale e negli ultimi decenni lo sono anche nel turismo. I viaggiatori cinesi sono un flusso costante di denaro per tutte le mete turistiche del mondo e l’Italia è una di quelle preferite. Con questa crisi sanitaria ne seguirà, ed è già iniziata, una crisi del turismo.
Come nel 2002 con la SARS e nel 2009 con l‘influenza suina, il governo cinese ha iniziato a consigliare ai propri cittadini di non muoversi all’estero. A questi vanno aggiunti quelli che anche volendo non potrebbero uscire per via delle quarantena nelle diverse città. In alcuni casi si stanno organizzando cordate aeree per recuperare i turistici cinesi già attualmente all’estero. In generale, sono stati sospesi i diversi pacchetti vacanze dalle autorità.
Il turismo, i cinesi e il coronavirus
Secondo l’Organizzazione mondiale del turismo, i turisti cinesi hanno iniziato a spendere più degli americani già a partire dal 2012. In generale ogni cinese spende in media all’anno 1.850 dollari nei viaggi ovvero poco più di 1.670 euro. Nel 2018 hanno speso in totale 277,3 miliardi di dollari, circa 250 miliardi di euro.
Il danno nel 2002 è stato calcolato essere tra i 30 e i 50 miliardi di dollari per il turismo globale. Nel 2009 è stato di oltre 55 miliardi. Per il coronavirus non si sa ancora, ma a vedere come il virus si sta diffondendo allora il danno potrebbe essere ancora più grande. Prima di lanciarsi invettive contro qualcuno, sarebbe meglio riflette sul fatto che siamo tutti sulla stessa barca.