Il cielo terso delle Alpi italiane è stato oscurato da un fenomeno tanto insolito quanto allarmante: una coltre di foschia, proveniente direttamente dagli incendi boschivi che stanno devastando il Canada, ha raggiunto la Valle d’Aosta. Le immagini satellitari e le rilevazioni atmosferiche confermano la presenza di particolato sospeso proveniente dall’altra sponda dell’Atlantico, trasportato dalle correnti in alta quota.
Si tratta di un evento raro, ma non inedito, reso sempre più probabile dai cambiamenti climatici e dall’intensificarsi degli incendi su scala globale. Le autorità meteorologiche italiane e gli esperti dell’Arpa (Agenzia regionale per la protezione ambientale) hanno identificato la nube come composta prevalentemente da fumo e aerosol organici generati dai vasti roghi canadesi.
Valle d’Aosta Avvolta dal Fumo Canadese: Gli Incendi Oltre Oceano Offuscano le Alpi
Il fumo, pur essendo diluito durante il lungo tragitto intercontinentale, è riuscito a modificare temporaneamente la qualità dell’aria e la visibilità in alcune zone alpine. In particolare, la Valle d’Aosta ha registrato una leggera impennata dei livelli di particolato fine (PM2.5), anche se per ora non sono stati segnalati pericoli immediati per la salute.
Il fenomeno, spiegano i climatologi, è reso possibile dalla combinazione tra l’eccezionale intensità degli incendi nordamericani e la presenza di correnti atmosferiche favorevoli che, a oltre 8.000 chilometri di distanza, hanno trasportato la nube fino all’Europa centrale.
Le immagini del cielo velato su Courmayeur, Aosta e altre località alpine hanno fatto rapidamente il giro dei social media, destando curiosità e preoccupazione. In molti si sono chiesti se si trattasse di smog locale o sabbia del Sahara, ma le analisi hanno escluso queste ipotesi, attribuendo inequivocabilmente l’origine al Canada.
Un chiaro segnale della crescente interconnessione ambientale tra i continenti
Gli scienziati avvertono che questi episodi potrebbero diventare più frequenti se non si riduce la tendenza globale all’aumento degli incendi boschivi. Il fumo, oltre a oscurare il cielo, contiene composti inquinanti che, a lungo termine, possono alterare i cicli climatici e contribuire al riscaldamento globale.
Anche se la concentrazione di sostanze nocive non è paragonabile a quella presente nelle immediate vicinanze degli incendi, l’arrivo del fumo sulle Alpi rappresenta un chiaro segnale della crescente interconnessione ambientale tra i continenti. Ciò che accade in una parte del mondo, oggi, può avere effetti tangibili a migliaia di chilometri di distanza.
Per ora, i meteorologi prevedono che la foschia si diraderà con il cambio delle correnti nei prossimi giorni. Tuttavia, resta alta l’attenzione degli enti di monitoraggio atmosferico e ambientale, che continuano a studiare il fenomeno e a raccogliere dati preziosi per comprendere meglio gli impatti su scala globale.
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