Un team di ricercatori ha sviluppato una nuova forma di diamante, caratterizzata da una struttura esagonale e una durezza superiore a quella dei diamanti naturali. Questa innovazione potrebbe aprire la strada a importanti applicazioni industriali.
Una struttura esagonale rivoluzionaria
A differenza della tipica struttura cubica dei diamanti naturali, il nuovo materiale presenta una conformazione esagonale, nota anche come lonsdaleite. Questo lo rende più duro e resistente, con una durezza di 155 gigapascal (GPa), rispetto ai 110 GPa dei diamanti comuni.
Come vengono creati i diamanti sintetici ultra duri
Gli scienziati hanno ottenuto questa particolare struttura applicando pressioni estreme alla grafite, seguite da un riscaldamento fino a 1527 °C. Questo metodo ha permesso di superare le difficoltà incontrate nei precedenti tentativi di produzione, che avevano generato solo campioni piccoli o impuri.
Un materiale resistente anche al calore
Oltre alla durezza, i diamanti sintetici esagonali si distinguono per la loro stabilità termica. I test hanno dimostrato che rimangono intatti fino ad almeno 1100 °C, rendendoli ideali per applicazioni in ambienti estremi.
Le potenziali applicazioni industriali
Questa scoperta potrebbe avere un impatto significativo su diversi settori, tra cui:
- Industria delle trivellazioni, per strumenti più resistenti ed efficienti.
- Produzione di macchinari ad alte prestazioni, grazie alla loro durezza superiore.
- Archiviazione dei dati, sfruttando le proprietà fisiche del diamante per nuove tecnologie.
Dal laboratorio alla produzione su larga scala
Rispetto ai tentativi precedenti, il nuovo metodo offre un percorso più chiaro per una produzione costante e in grandi quantità. La possibilità di sintetizzare diamanti con tali proprietà potrebbe rivoluzionare l’industria, migliorando l’efficienza di molte tecnologie.
Un passo avanti nella scienza dei materiali
La scoperta della lonsdaleite non è recente: fu identificata oltre 50 anni fa in siti di impatti meteoritici. Tuttavia, solo ora la scienza ha trovato un metodo per riprodurla con successo in laboratorio, aprendo la strada a nuove opportunità per l’ingegneria e l’industria dei materiali superduri.