Nel nostro vivere quotidiano tutti noi commettiamo qualcosa che alla lunga andrà ad influenzare la nostra salute, inutile nasconderlo. Che sia fumare o anche solo avere una vita fin troppo sedentaria ci porterà inevitabilmente a ridurre l’aspettativa di vita. Secondo uno studio pubblicato di recente su The Lancet avere una dieta povera e sbilanciata risulta essere più mortale che molte altri comuni e pessimi abitudini, come proprio il fumo.
Lo studio in questione è stato un sforzo portato avanti a furia di analisi che hanno interessato 130 scienziati in ben 40 paesi. Il risultato estrapolato da questi dati ha evidenziato come il 22% dei decessi presi in esame erano stati causati da una dieta non adeguata allo stile di vita; va da sé che la dieta in sé non è mortale, ma ha causato la comparsa di diverse patologie tra le quali quelle cardiovascolari, cancro e il diabete.
Altri dati
Un dato che fa impressione che è stato tirato fuori dallo studio è il DALY ovvero il numero di anni aggregati persi a causa di vari elementi, in questo caso per le diete povere; nel documento compare un 255 milioni quindi 255 milioni di anni. Se si prende come comparazione il DALY a livello globale allora quello legato alle abitudini alimentari è ben il 16% del totale.
Con povere non si intende solo la carenza in generale di alimenti/nutrimenti, ma anche pianificate male. Tra le cause che stanno maggiormente contribuendo ad accumulare anni di vita persi c’è un uso eccessivo di sodio, di carne rossa e carni lavoratore, zuccheri e acidi grassi. Al contrario come carenze maggiori c’è lo scarso uso di cereali integrali o di frutta.