Il dolore è un sintomo importantissimo in quanto ci fa capire che qualcosa non stia andando per il verso giusto nel nostro corpo. Proprio per questo sta venendo rivalutato anche quando si parla dei disturbi del sonno visto che è comune provare qualcosa nel momento in cui non si è dormito abbastanza. Di fatto potrebbe diventare un nuovo bersaglio per creare trattamenti che mirano a migliorare la qualità di vita di milioni di persone.
Nei test di laboratorio è stato visto come il neurotrasmettitore N-arachidonoil dopamina, o NADA, aveva un ruolo importante. Sollecitandolo la risposta al dolore andava a diminuire. Questo potrebbe chiudere un circolo vizioso dove persone che soffrono di dolore cronico non riescono a dormire causando un aumento proprio della condizione in questione.
Attaccare il dolore per dormire meglio
Le parole di uno degli autori dello studio, l’anestesista e medico Shiqian Shen: “Forniamo un meccanismo su come l’interruzione del sonno porta a sensazioni esagerate, suggerendo che sfruttare il sistema endocannabinoide potrebbe spezzare il circolo vizioso tra dolore e perdita di sonno. I nostri risultati suggeriscono che il NADA è fisiologicamente importante e che l’interruzione cronica del sonno porta a una diminuzione dei livelli di NADA che è alla base dell’iperalgesia, accresciuta sensibilità al dolore.”
Nello studio, dei topi privati del sonno per cinque giorni consecutivi hanno sviluppato una maggiore sensibilità al dolore nei test. Questo è stato associato a un’attivazione eccessiva di specifici neuroni della zona del cervello chiamata nucleo reticolare talamico che trasmettono diverse sensazioni. I livelli di NADA erano più bassi nel TRN dei topi privati del sonno, ma quando è stato somministrato NADA al TRN, l’attivazione e la sensibilità sono state invertite.