Nel cuore dell’Aventino, uno dei quartieri di lusso di Roma, nel centro storico della città eterna, sotto i palazzi ed i condomini, nel ventre del colle, si dipana la storia di Roma, delle sue fondamenta, delle sue ville e dei suoi mosaici. In questo colle gli archeologi hanno scoperto tracce di insediamenti sin dal quarto millennio a.C., molto prima che nascesse Roma.
Ed in questo luogo, dove si trovavano un tempo le domus appartenenti a ricche famiglie di commercianti e degli imperatori come Traiano e Adriano, si inaugura ora una nuova area archeologica, il primo sito all’interno di un complesso residenziale privato. In Piazza Albania al civico 37b, sotto un condominio si potranno ammirare otto secoli di storia dell’antica Roma.
La storia di Roma raccontata da Piero Angela
Pera la realizzazione del sito sono stati necessari quattro anni di scavi a cui poi è seguita la lunga fase di progettazione e realizzazione dell’area archeologica visitabile due volte al mese a partire dal mese prossimo. Nasce così la Domus Aventino un progetto della Soprintendenza Speciale di Roma e Bnp-Paribas Real Estate, proprietaria dell’immobile. A rendere speciale il sito sarà l’allestimento multimediale curato da Piero Angela e Paco Lanciano.
In quelli che erano i parcheggi interrati del condominio ora si può ripercorrere un viaggio nella storia di Roma, guidati sapientemente dalla voce del più famoso divulgatore italiano. Il percorso inizia con banchi di tufo scavati attorno al sesto, quinto secolo a.C., che facevano parte dei primi terrazzamenti costruiti per rendere abitabile il colle. Sopra di esse si staglia il muro di una fortificazione databile tra il quinto e il terzo secolo, e un altro muro di contenimento, del secolo successivo.
Il sito archeologico in un condominio dell’Aventino
Si prosegue poi tra suoni e ricostruzioni virtuali, alla scoperta di quella che Piero Angela definisce “l’archeologia delle persone, per scoprire usi, costumi e mode di chi ha calpestato questo luogo prima di noi”. Si tratta di una serie di sei i livelli pavimentali sovrapposti che mostrano i rifacimenti avvenuti in questo luogo nell’arco di due secoli, seguendo il cambiamento delle mode e le ristrutturazioni dei proprietari delle domus.
La parte più antica, databile alla fine del I secolo a.C., è costituita da un mosaico in tessere esagonali bianche e nere e da un piano in cementizio bianco punteggiato da dadi neri. A questi si succedono due pavimenti della seconda metà del I secolo d.C. e degli inizi del secolo successivo. Degno di nota è il mosaico con iscrizione databile agli anni del regno dell’imperatore Traiano (98-117 d.C.) e conservato in frammenti a causa del reimpiego delle tessere nella costruzione dei mosaici successivi.
All’interno dei terrapieni sono stati rinvenuti moltissimi frammenti di vasellame, oggetti quotidiani e manufatti che mostrano l’appartenenza delle famiglie di queste domus alla categoria dei commercianti, ipotesi resa ancora più valida dalla vicinanza del sito con Testaccio e il suo Emporium.
Vi sono poi dei mosaici in tessere bianche e nere intrecciate a formare motivi decorativi risalenti all’età di Adriano ed i mosaici policromi e raffinati dell’età antonina (150-175 d.C.), tra cui è degno di nota un grande mosaico, realizzato con 300mila tessere, nel cui centro spicca un pappagallino verde.
In questo strato di epoca antonina è evidente un avvallamento, dovuto ad un cedimento del terreno che ha probabilmente determinato l’abbandono di questo luogo agli inizi del III secolo d.C.
Gli scavi sono stati possibili grazie all’intervento della BNP Paribas. Senza il loro aiuto infatti non sarebbe stato possibile rendere l’area visitabile. Dopo lo studio i mosaici sarebbero stati ricoperti. Ora invece potremo intraprendere per due volte al mese, un meraviglioso viaggio nella storia di Roma, grazie allo sforzo congiunto di archeologi e divulgatori.