Se nell’Oceano Pacifico, e in realtà non solo, si è creata un’isola di spazzatura che ormai ha superato di tre volte le dimensioni della Francia, in India stanno tirando su una montagna di rifiuti che per i locali ha già preso il soprannome di Monte Everest. Il motivo di tale nomignolo è ovviamente basato sulla grandezza di questa macabra opera dell’uomo ovvero un cumulo di rifiuti alto più di 65 metri, più delle torri del London Bridge per esempio; per fare un esempio più nostrano, la torre di Pisa è alta 56 metri.
L’ammasso risulta talmente grande che è dotato di sensori che avvertono gli aerei della posizione; è come se per avvertire le barche della sopracitata isola mettessero un faro. Questo disastro è stato creato in 35 anni considerato che la prima discarica è sorta nel 1984. L’iniziale chiusura era prevista per il 2002, ma qualcuno cambiò idea e ora ci sono ben 21 milioni di persone che scaricano i propri rifiuti lì. La previsione è che in appena un anno supererà l’altezza del Taj Mahal, il monumento iconico dell’India; sarebbe ironico se questa creazione prendesse proprio il posto della tomba-monumento come simbolo del paese.
Il Monte Everest di spazzatura
Ecco alcuni stralci del rapporto rilascio da un funzionario municipale della città: “Ogni giorno a Ghazipur vengono scaricate circa 2.000 tonnellate di spazzatura. Le pratiche di smaltimento dei rifiuti non sono ben controllate e ciò ha portato alla formazione di pendii ripidi e instabili. Incendi nel sottosuolo, emissioni di fumo dalla superficie dei rifiuti, rifiuti di scavenging degli animali e riciclatori di rifiuti nel settore informale sono stati tutti osservati durante la visita del sito di novembre 2017.”