I tempi sono maturi per la fusione di Wind e Tre Italia. Se ne parlava da tempo ma una nota appena giunta in redazione fa pensare che i due colossi delle TlC facciano sul serio. Tra cinesi (Hutchison Wampoa) e russi (Vimpelcom) l’operazione ammonta a cifre da capogiro attestandosi come l’operatore che controllerebbe 1/3 del mercato mobile in Italia.
Ma prima al vaglio dell’Antitrust
Esattamente così, l’operazione di fusione di Wind e Tre , prima di essere ufficializzata e dare il via alla fusione delle due compagnie , è necessariamente obbligato un passaggio autorizzativo dell’antitrust Europea. Ribadiamo che l’operazione comporterà lo spostamento di cifre che potrebbero aggirarsi sui 5 miliardi di euro, insomma non certo spiccioli.
Quale futuro per i consumatori?
Ad oggi non lo sappiamo. Sappiamo solo quanto dichiarato dalle case e dagli analisti, ossia che le due società hanno fatturato nel 2014 6,4 miliardi di euro e che il portafoglio clienti si aggirerebbe intorno ai 31 milioni. Certo è che l’operazione potrebbe far tremare i polsi alle altre due grandi Telco: vodafone e Tim. Se lo scenario che si aprirà possa essere favorevole per i consumatori questo non ci è dato ancora saperlo, di fatto la situazione non dovrebbe acuire un mercato ulteriormente oligarchico. Il consumatore oggi ha infatti un ventaglio molto ampio di carrier telefonici a cui rivolgersi, anche se il rischio cartello aumenta esponenzialmente.
Quale assetto per la nuova società?
Dalla fusione di Wind e tre, secondo quanto abbiamo capito, Maximo Ikebarra passerà da Ceo di Wind ad amministratore delegato della nuova società, mentre l’attuale ceo di Tre , Vincenzo Novari, diventerà senior Adviser della società che fino ad adesso controlla Tre , la Hutchison Wampoa con sede ad Hong Kong.
Sicuramente altri cambiamenti avverranno anche in casa Vimpelcom (mamma di Wind) ma ad oggi non ci resta che pazientare e vedere come tutta l’intera vicenda si muoverà.