Ai margini della Galassia di Andromeda, un astrofilo italiano ha scoperto qualcosa di davvero straordinario, una particolare galassia che risalirebbe all’universo primordiale. Si chiama Pegasus V ed ha colpito il mondo della scienza per le sue peculiari caratteristiche.
La galassia fossile dell’universo primordiale
Questa galassia nana ultra-debole presenta infatti un spiccata mancanza degli elementi più pesanti tipici delle galassie nane di questo tipo. Questo dignifica che la galassia è davvero molto vecchia e potrebbe anche essere una sorta di fossile di una delle prime galassie dell’universo primordiale.
La scoperta di questa galassia è da attribuirsi alle osservazioni delle immagini dell’osservatorio Gemini, condotte dall’astrofilo italiano Giuseppe Donatiello. Donatiello ha infatti esaminato gli archivi della Community Science and Data Center del NoirLab di Nsf, in cui ha scovato questa particolare galassia.
Le osservazioni di Donatiello sono state poi verificate, confermando la scoperta della nuova galassia, grazie alle successive osservazioni condotte dal telescopio Gemini North delle Hawaii. Questa scoperta conferma dunque quale sia l’importante contributo dell’astrofilia al mondo dell’astronomia.
Come ha raccontato lo stesso Donatiello: “Tra i dati ho scovato Pegasus V, un vero fantasma che ho potuto scorgere più come un eccesso di rumore che come raggruppamento di poche stelle risolte. In questo caso la differenza l’ha fatta, ancora una volta, il sistema occhio/cervello. Nessun algoritmo di ricerca automatica sarebbe stato in grado di riconoscere l’oggetto, quindi l’ispezione visiva delle immagini rimane la strategia migliore se affiancata al necessario know-how”.
Il potente telescopio terrestre Gemini, è riuscito invece a catturare la luce delle deboli deboli stelle di questa galassia, e persino a calcolare la distanza di questa galassia dell’universo primordiale dalla Terra. Inoltre sono riusciti a stabilire che la popolazione stellare è davvero molto antica.
Uno sguardo sugli albori dell’universo
Le galassie così deboli infatti sono considerate una sorta di fossile delle prime galassie formatesi nell’universo primordiale. La povertà di metalli osservata infatti in Pegasus V essere una prova del fatto che in questa galassia la formazione stellare sia cessata molto tempo fa.
Ed è proprio grazie a galassie come queste che possiamo acquisire informazioni sulla nascita delle prime stelle del cosmo. Ma, nonostante siano previste dai modelli cosmologici standard, quelle che abbiamo scoperto ed osservato sono in numero troppo inferiore rispetto a quanto previsto dai modelli.
Si tratta quindi di una scoperta davvero straordinaria. Come spiega Michelle Collins, astronoma dell’Università del Surrey, “questa scoperta rappresenta la prima volta che una galassia così debole viene individuata intorno alla Galassia di Andromeda utilizzando un’indagine astronomica non specificamente progettata per questo compito. Questa piccola galassia fossile dell’universo primordiale può aiutarci a capire come si formano le galassie e se la nostra comprensione della materia oscura è corretta”.
Insomma una grossa responsabilità quella che abbiamo caricato sulle spalle di una piccola galassia nana ultra-debole, appena scoperta.
Ph. Credit: International Gemini Observatory/NOIRLab/NSF/AURA. Image processing: T.A. Rector (University of Alaska Anchorage/NSF’s NOIRLab), M. Zamani (NSF’s NOIRLab) & D. de Martin (NSF’s NOIRLab)