Il clamoroso scaturito col doppio ritiro del Galaxy Note 7 è una ferita che brucia ancora per Samsung. E alla quale il colosso coreano vuole porre rimedio immettendo sul mercato uno straordinario Galaxy S8. In attesa di quest’ultimo, che dovrebbe uscire ad aprile, Samsung ha promesso che renderà note le cause che hanno indotto le esplosioni del Galaxy Note 7 entro fine mese. Il comunicato in un primo momento doveva essere diramato entro fine 2016 ma poi si è slittato di un mese. Ma una nuova indiscrezione induce a ribaltare completamente la scena.
Galaxy Note 7, perché potrebbe non essere la batteria
Cominciamo col dire che il cambio di produttori di batterie non ha cambiato le sorti del Galaxy Note 7. Sappiamo infatti che Samsung aveva rinunciato alle batterie da essa stessa prodotta mediante la divisione Samsung SDI, in favore delle batterie fornite dall’azienda cinese ATL. Ma ciò non è servito a niente e la multinazionale coreana ha dovuto ritirare anche la seconda generazione di questo dispositivo. E ciò dunque potrebbe già far credere che le batterie in sé non siano la causa. Poi c’è il rumor di questi giorni che conferma tale tesi: il promettente Galaxy S8 avrà anch’esso batterie prodotte da Samsung SDI. Il che induce a confermare che le batterie non siano la causa delle esplosioni del Note 7. Samsung non rischierebbe in questo modo.
Esplosioni Galaxy Note 7: si conferma tesi di Instrumental riguardo al design?
Gli esperti di Instrumental attraverso dei test a inizio dicembre scorso, hanno già dimostrato che a far esplodere le batterie fosse il design interno del vano in cui la batteria è collocato (ne abbiamo parlato qui). Ovvero, che batteria fosse stata incastonata in un vano metallico eccessivamente stretto. Ancora, è presente un rivestimento in vetro, che rispetto all’alluminio si deforma più difficilmente. Due fattori che sono stati letali.
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Che sia davvero questa la causa delle esplosioni del Note 7? Lo sapremo tra qualche settimana.