Gli alligatori sono predatori posti in cima alla catena alimentare, ma quando muoiono, molti di essi svaniscono nelle profondità marine per diventare a loro volta “prede“, come rivelano recenti ricerche. I ricercatori hanno infatti lasciato cadere due carcasse di alligatori sul fondo dell’oceano per scoprire come i loro corpi vengano poi smaltiti.
Quello che hanno scoperto è che, come altri animali che finiscono sul fondo dell’oceano privi di vita, le carcasse sono diventate rapidamente un enorme banchetto per uno stuolo di insetti marini che abitano il fondale, chiamati isopodi. Queste creature sono sorprendentemente simili agli insetti terricoli con cui abbiamo più familiarità, come ad esempio gli scarafaggi o gli innocui “pesciolini d’argento“.
Una incredibile voracità, che ha una spiegazione molto semplice
La somiglianza non è una coincidenza, secondo i ricercatori: sia gli isopodi sia questa famiglia di insetti, gli “Armadillidiidae“, provengono dallo stesso ordine animale. Tuttavia, una delle principali differenze, oltre alle dimensioni (gli isopodi crescono infatti fino a raggiungere le dimensioni di un pallone da football), è che questi animali marini sembrano avere un appetito incontrollabile!
In un video diffuso dagli stessi autori dello studio, è possibile osservare alcune delle creature cibarsi della carcassa fino a quando non erano quasi incapaci di muoversi, anche se la loro voracità non è un semplice “peccato di gola”. I ricercatori sostengono infatti che la capacità di consumare enormi quantità di cibo possa anche servire come strumento biologico che aiuta gli isopodi a sopravvivere per lunghi periodi di tempo senza nutrirsi, data la scarsità di fonti di cibo presenti sul fondale oceanico.
Un metabolismo sorprendente!
Le creature sono infatti per lo più costituite da lipidi e grassi, dicono gli scienziati, fattore che consente una conservazione a lungo termine dell’energia tra i pasti che può durare mesi o addirittura anni. Alcuni isopodi giganti tenuti in cattività ad Okinawa, in Giappone, sono infatti rimasti senza cibo per più di due anni.
Usando le loro potenti mandibole, gli isopodi sono stati in grado di perforare la dura pelle dell’alligatore e persino farsi strada attraverso le ossa fino alla cavità toracica del rettile. Gli esperti dicono che ci vorranno circa due mesi perché questi animali arrivino a consumare almeno la metà dell’alligatore, tenendo comunque presente che altre creature potrebbero unirsi al banchetto, tra cui alcuni tipi di vermi mangia-ossa.