Uno studio chiamato Children of the 90s ha fatto luce su una potenziale problematica da non sottovalutare, infatti ha riscontrato che i giovani britannici dopo i venti anni di età, in particolare i nati nel 91 e 92, presentano uno stato di steatosi epatica non alcolica (una degenerazione grassa del fegato con accumulo intracellulare di trigliceridi e acidi grassi), problematica che normalmente ci si aspetta in soggetti anziani e non giovani, causata da uno status di obesità severa, che oltre ai problemi epatici sopra citati può portare a problemi metabolici come diabete di tipo 2 e danni cardio-vascolari quali ictus o infarto.
Interpretare i risultati
La dott.ssa Kushala Abeysekera, dell’Università di Bristol afferma che questi risultati suggeriscono un possibile abbassamento dell’età media di questa patologia, la qua non avrà più un riscontro in età avanzata ma tenderà a calare spinta sia dal malsano stato nutrizionale sia dalla quantità di alcool consumata da ogni soggetto, che altro non fa che aggravare la situazione.
Tutto ciò è indice di un mal costume al livello nutrizionale che se non efficacemente sovvertito potrebbe portare ad un importante aumento di incidenza di questa malattia che addirittura, tenendo conto di tutte le patologie secondarie ad essa legate, miete più vittime del fumo.
Come attivarsi al riguardo
I dottori consigliano ovviamente prima la prevenzione in quanto miglior cura, la quale consiste in fare del movimento e soprattutto evitare bevande alcoliche o zuccherate, carni rosse e cibi elaborati contenenti grassi saturi o trans, questi col passare del tempo vanno a saturare il nostro organismo fino a provocare pericolose conseguenze a cui poi porre rimedio è difficile quando possibile.
Saranno parole dette e ridette da tutti i medici, ma la loro importanza è indiscutibile inutile negarlo, tanto quanto la nostra salute.