Il tema delle notizie false rappresenta la sfida del periodo e sono in molti ad occuparsi della sensibilizzazione al problema, tra questi in prima linea abbiamo Facebook, Twitter e senz’altro Google, ora al vaglio di un nuovo algoritmo che consenta di prendere seri provvedimenti contro le notizie false provenienti da fonti non autorevoli.
Dopo Facebook, che pur aveva preso le sue contromisure contro il fenomeno fake news sui suoi canali social, anche Google ha deciso di attivarsi a favore della creazione di un sistema che individui e penalizzi tutti coloro che popolano il web con trash news sul modello di quelle avute a seguito delle presidenziali statunitensi, per le quali si era sospettato l’influenza in merito al processo elettorale, generando il caos più assoluto.
L’intenzione del colosso di Mountain View è in definitiva quello di provvedere ad un’accurata modifica dell’algoritmo Google che non alimenti il circuito delle notizie false, scomode e provenienti da fonti non certificate. Nel comunicato stampa rilasciato ai media, la società si esprime dicendo che;
Valutare quali pagine Internet siano le migliori per rispondere a una domanda è un problema complesso e noi non lo facciamo sempre nel migliore dei modi. Quando delle informazioni non autorevoli si classificano troppo in alto nei nostri risultati di ricerca noi sviluppiamo un approccio automatizzato per risolvere il problema, piuttosto che ritirare una a una le informazioni manualmente
Una risposta che seguita al problema verificatosi con Stormfront, noto sito negazionista apparo in cima ai risultati di ricerca al proporsi della domanda: “L’Olocausto ha avuto luogo?”. Google sta cercando di affrontare il problema del posizionamento delle news attraverso una rimodulazione del proprio motore di ricerca, sebbene non senza difficoltà, visto e considerato che, come riferito dal CEO stesso, è assai difficile definire un criterio di credibilità per la conoscenza e di certo non è fruttuoso consentire l’accesso alla rete dei soli contenuti provenienti da fonti autorevoli, al di la del valore della notizia.
La conoscenza è condivisione e la condivisione genera conflitto, indispensabile per approcciarsi ai problemi da più punti di vista. Il dibattito è l’unico modo, quindi, per generare sapere critico. Ad ogni modo si deve tentare di bilanciare il concetto, fermo restando l’attendibilità della fonte. Un lavoro su cui dedicare tempo e risorse, anche con l’aiuto delle reti neurali Google ed il processo di intelligenza artificiale. Tu che ne pensi?
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