Lo scorso 4 Ottobre 2017 il costruttore e sviluppatore software di Mountain View, Google Corporation si è posto al centro dell’evento espositivo che ha inaugurato i tanto agognati Google Pixel 2 e Pixel 2 XL che quest’anno giungeranno anche all’attenzione degli impazienti consumer del Bel Paese, i quali potranno finalmente contare su un livello di interattività e su potenzialità senza precedenti.
Ad ogni modo, benché il focus centrale sia stato indubbiamente occupato dalle ultime proposte smartphone del mercato top di gamma Google, la manifestazione ha dato anche atto di innovazione nei confronti di quelle che sono state alcune nuove proposte Hi-Tech riservate al segmento dell’automazione ed alla multimedialità domestica e mobile, come le nuove Google Pixel Buds, da corrispondersi a sofisticati auricolari wireless con funzionalità di traduzione automatica multi-lingua istantanea, e le tanto discusse proposte Google Clips, che secondo le ultime stime non hanno riscosso poi il tanto desiderato successo.
A rincarare la dose ci ha pensato poi Elon Musk, noto CEO di Tesla e personalità di spicco nella lotta contro l’utilizzo indiscriminato delle tecnologie ad intelligenza artificiale che, secondo sua opinione personale, rischiano di prendere letteralmente il sopravvento sugli umani proponendo una situazione che molto ha da condividere con un potenziale remake di Terminator 2.
Da qui all’estinzione della razza umana ad opera degli umanoidi e dei robot, ad ogni modo, intercorre ancora una distanza notevole, ma è comunque un fatto che la nuova fotocamera Google possa potenzialmente risultare troppo invasiva per la privacy degli utilizzatori.
Nel pieno della filosofia Google di nuova generazione, di fatto, l’uso del componente si fa corrispondere ad una base gestita da un algoritmo digitale intelligente davvero molto complesso, in grado non soltanto di interagire ma anche di apprendere in maniera del tutto autonoma allo scopo di migliorarsi e migliorare l’interattività e la reattività al verificarsi di ben determinate condizioni.
Sulla base di questa premessa è intervenuto Musk, che in un tweet di risposta ad un video postato dai colleghi di The Verge risponde dicendo che: “This doesn’t even *seem* innocent” che tradotto letteralmente significa “Questo non prova nemmeno a sembrare innocente”. Siamo tutti d’accordo sul fatto che un’affermazione simile è decisamente provocatoria e volontariamente accusatoria.
Google's new camera uses AI to automatically take photos of your life pic.twitter.com/ihkRZz16sL
— The Verge (@verge) October 7, 2017
Una simile interpretazione della situazione, secondo quanto emerso, si deve all’utilizzo indiscriminato delle tecnologie ad intelligenza artificiale Google che, in questo caso, intervengono in maniera del tutto autonoma nella registrazione dei video e nello shooting fotografico anche senza bisogno di connessione alla rete.
Effettivamente un simile approccio nell’utilizzo di una tecnologia concede fin troppe libertà ad un algoritmo IA che quanto meno appare invasivo per la privacy. Il semplice riconoscimento del volto di un soggetto basta per scattare un’istantanea, anche se questi non è presente nel database dei tag del sistema IA. Di fatto, sulla base di questo metodo d’inizializzazione delle funzioni, tutti possono essere ripresi a loro insaputa e l’unico indizio sullo stato attivo del componente è fornito da un LED standard.
Google, per il momento e nonostante la pesante accusa, non ha voluto pronunciarsi, sebbene un portavoce intervenuto indirettamente nel corso di un’intervista ha riferito che non si tratta di un sistema invasivo ma piuttosto di un componente versatile la cui utilità ed il suo funzionamento si riconduce alla possibilità di registrare brevi clip da 7 secondi appena e che, tra l’altro, non essendo necessaria una connessione attiva alla rete non v’è modo di accedere in remoto ai dati contenuti in memoria, che vengono salvati ed eventualmente condivisi su libera scelta dell’utente stesso.
Elon Musk, ad ogni modo, nuota sempre controcorrente e continua ad osteggiare l’uso di queste tecnologie innovative nonostante le sue auto Tesla, come le Model S e le Model X, possano essere aggiornate integralmente da remoto, così come avvenuto in occasione dell’uragano Irma che ha portato ad un upgrade dell’autonomia energetica per gli utilizzatori delle vetture nelle zone colpite dall’uragano.
A questo punto la situazione è controversa, ma incentrata tutta su un’unico punto essenziale: “Possiamo fidarci delle major society che detengono i nostri dati?” Ai posteri l’ardua sentenza.