Google.it non esiste più: cosa cambia davvero per gli utenti italiani

Date:

Share post:

Da aprile 2025, il dominio Google.it è stato ufficialmente dismesso e reindirizzato a Google.com, portando a termine un processo di unificazione silenziosa avviato anni fa da Mountain View. La notizia ha colto di sorpresa molti utenti italiani, che si sono trovati di fronte a una versione apparentemente identica del motore di ricerca, ma con qualche differenza strategica e simbolica.

Un cambiamento tecnico, ma con implicazioni culturali

Il passaggio da Google.it a Google.com è stato presentato come una mossa di razionalizzazione: un unico dominio globale per offrire un’esperienza coerente agli utenti di tutto il mondo. Tuttavia, l’eliminazione del dominio “.it” segna anche un punto di svolta simbolico: la fine di un’era in cui Google localizzava i suoi servizi a livello nazionale anche attraverso i domini specifici per paese.

L’Italia non è sola: anche altri domini nazionali sono stati gradualmente reindirizzati alla versione .com, in un processo iniziato nel 2017 con modifiche all’algoritmo che impedivano di cambiare manualmente il dominio per accedere ai risultati localizzati.

Cosa cambia nella pratica per l’utente italiano

Dal punto di vista funzionale, poco cambia per chi usa Google in Italia: la geolocalizzazione dei risultati è ancora attiva grazie agli indirizzi IP, alla cronologia e alle impostazioni dell’account Google. I contenuti suggeriti continueranno a essere localizzati in italiano, come pure la pubblicità e le news.

Tuttavia, non sarà più possibile accedere direttamente a una “versione italiana” del motore tramite il dominio .it, una pratica che alcuni utilizzavano anche per motivi di privacy o per accedere a risultati più pertinenti per il mercato locale.

Il futuro della localizzazione digitale

La chiusura di Google.it solleva interrogativi più ampi sul futuro della localizzazione online. In un mondo sempre più centralizzato e orientato al controllo algoritmico, la scomparsa dei domini nazionali può rappresentare una perdita di pluralità e autonomia nell’accesso alle informazioni.

Mentre Google rassicura sull’immutabilità dell’esperienza per gli utenti italiani, il reindirizzamento a Google.com segna un nuovo capitolo nella relazione tra multinazionali del web e identità digitale locale. Un cambiamento silenzioso ma significativo, che ci invita a riflettere su chi realmente controlla le chiavi del nostro accesso al sapere digitale.

Foto di Mitchell Luo su Unsplash

Federica Vitale
Federica Vitalehttps://federicavitale.com
Ho studiato Shakespeare all'Università e mi ritrovo a scrivere di tecnologia, smartphone, robot e accessori hi-tech da anni! La SEO? Per me è maschile, ma la rispetto ugualmente. Quando si suol dire "Sappiamo ciò che siamo ma non quello che potremmo essere" (Amleto, l'atto indovinatelo voi!)

Related articles

WhatsApp invita gli utenti ad impostare il PIN di sicurezza

In questi giorni diversi utenti stanno ricevendo un messaggio WhatsApp proveniente dall'account ufficiale dell'app di messaggistica. Per quanto...

Scoperto un Gene che Aumenta la Sensibilità alla Luce Durante l’Emicrania

La luce che acceca, il mal di testa che martella, e il bisogno urgente di rifugiarsi al buio:...

Papa Leone XIV e l’infinito: tra fede, logica e numeri transfiniti

Con l’elezione di Robert Francis Prevost al soglio pontificio, sotto il nome di Leone XIV, la Chiesa cattolica...

Nuovo Sensore Rileva la Dopamina nel Sangue: Svolta per la Diagnosi di Malattie Neurologiche

Un team internazionale di ricercatori ha sviluppato un sensore altamente innovativo capace di rilevare la dopamina direttamente nei...