I pipistrelli vampiri sono noti per la loro famigerata “sete di sangue”, ma un nuovo studio suggerisce che questi mammiferi volanti sono capaci di provare sentimenti, a dispetto della loro fama di sanguinari predatori notturni: infatti è stato dimostrato che quando due o più esemplari stabiliscono un legame tra loro durante la cattività, che gli scienziati azzardano a definire anche “di amicizia”, il loro rapporto resta saldo, anche dopo essere stati rilasciati nel loro habitat naturale.
Per verificare l’intensità delle relazioni tra pipistrelli vampiri, che hanno mostrato un’insolita tendenza a condividere il cibo tra loro, i ricercatori hanno sottratto 17 esemplari al loro habitat naturale e li hanno tenuti in cattività per quasi 2 anni. Ad intervalli regolari, gli scienziati hanno sospeso l’alimentazione di alcuni di essi e li hanno tenuti isolati per un periodo di 26/28 ore. Una volta reintrodotti nel gruppo, i loro compagni li hanno assistiti, condividendo parte del loro cibo. Nel corso del tempo quindi, sembra che alcuni pipistrelli riescano a formare delle “amicizie“, creando un rapporto costante di scambio di cibo con i propri compagni.
I pipistrelli cresciuti in cattività non sono però ben visti da quelli nati e cresciuti liberi, notano gli scienziati
A conclusione dell’esperimento, i ricercatori hanno dotato i pipistrelli di piccoli sistemi di tracciamento GPS e li hanno liberati perchè potessero unirsi ad un’altra colonia, quindi hanno monitorato le loro interazioni sociali e il loro comportamento per 8 giorni. Molti degli “amici” dei pipistrelli precedentemente tenuti in cattività hanno continuato a vivere insieme, posandosi l’uno vicino all’altro anziché a caso tra le centinaia di altri pipistrelli! Questa particolare forma di lealtà testimonia come le relazioni tra i pipistrelli erano probabilmente qualcosa di più di un semplice effetto collaterale della loro convivenza forzata in cattività.
Tuttavia, diversi altri legami si sono dissolti durante il periodo di studio, in particolare quelli tra gli esemplari in cattività che avevano in precedenza vissuto liberi e quelli che erano nati “in gabbia”. La maggior parte dei pipistrelli nati in cattività ha infatti scelto di vivere lontano dagli altri e alcuni di loro hanno mostrato segni di morsi e di combattimento con altri pipistrelli, il che suggerisce che potrebbero essere stati emarginati dalla colonia. Dopo soli 6 giorni, tutti gli esemplari nati in cattività avevano lasciato la colonia, a dimostrazione della fragilità dei rapporti creati in condizioni particolarmente avverse.