Tra i fenomeni atmosferici tanto rari quanto affascinanti, vi sono i super fulmini, delle esplosioni di energia elettrica estremamente rare e migliaia di volte più potenti dei fulmini normali.
I super fulmini: potenti bolidi che si verificano raramente
I super fulmini furono identificati per la prima volta negli anni ’70, come risultato collaterale dello studio satellitare per il rilevamento delle esplosioni nucleari. Alla ricerca di eventuali detonazioni nucleari i ricercatori incapparono accidentalmente in un super fulmine, una scarica elettrica con una potenza impressionante.
Recentemente un gruppo di ricercatori, guidati da Robert Holzworth, fisico atmosferico e spaziale dell’Università di Washington, ha svolto delle ricerche su questo tipo di eventi atmosferici, utilizzando una rete di 80 sensori della World Wide Lightning Location Network (WWLLN). Il team di ricercatori ha analizzato quasi 2 miliardi di osservazioni nella radiofrequenza dei fulmini. Tra queste sono state prese in considerazione solo le rilevazioni di fulmini con elevata potenza.
I ricercatori hanno individuato circa 8.171 super fulmini, ovvero eventi con una potenza al di sopra del milione di Joule, negli otto anni dal 2010 al 2018. I super fulmini sono quindi solo lo 0,0005% del totale dei fulmini registrati dalla WWLLN. Come ha dichiarato il dott. Holzworth, “si tratta di una piccola frazione”. Si tratta di eventi così rari che nemmeno lo stesso Holzworth, uno dei maggiori esperti in materia del mondo, è riuscito mai a vederne uno dal vivo.
Questi fulmini preferiscono l’acqua
Analizzato i dati della rete caccia-fulmini, i ricercatori hanno stabilito dunque che si tratta di eventi molto molto rari e che avvengono in periodi dell’anno in cui non vi è un’alta probabilità di temporali con fulmini. Inoltre, contrariamente a quanto si aspettavano, i super fulmini non si verificano nei punti caldi delle nubi. I risultati della ricerca, riportati nel Journal of Geophysical Research: Atmospheres, hanno evidenziato che questo tipo di eventi avvengono prevalentemente in acque libere nel periodo da novembre a febbraio.
Per determinare la posizione dei super fulmini, il dott. Holzworth ed il suo team, hanno usato dei sistemi di triangolazione, questo perché i segnali radio originati dai fulmini, rimbalzano all’interno della nostra atmosfera. Monitorando dunque le onde radio emesse da queste colossali scariche elettriche, i ricercatori sono riusciti a determinarne la posizione con un margine di errore di poche miglia.
Lo studio della loro posizione ha determinato che possono verificarsi in tutto il mondo, ma che più spesso si verificano sull’acqua, con una maggiore concentrazione di eventi sull‘Atlantico settentrionale orientale e sul Mar Mediterraneo. Molto diversi quindi dai fulmini tradizionali, che prediligono invece le Americhe. Il sud-est asiatico e l’Africa sub-sahariana.
Anche la stagionalità dei super fulmini sorprende i ricercatori
Come abbiamo detto anche la stagione dei super fulmini non coincide con quella delle scariche tradizionali. Questi ultimi infatti si manifestano in modo più cospicuo durante le stagioni più calde, mentre i super fulmini sembrano manifestarsi maggiormente durante le stagioni invernali dell’emisfero settentrionale, ovvero da novembre a febbraio. Questo potrebbe verificarsi a causa delle correnti calde che in inverno circola nelle acque settentrionali. Come ha spiegato Holzworth “quando si dispone di flusso di aria fredda sull’acqua calda, è possibile ottenere una convezione forte”.
Il futuro della ricerca è ora quello di individuare e stabilire quali siano le conseguenze dei super fulmini e che cosa accade quando uno di questi potenti bolidi impatta con la superficie terrestre. Per farlo si concentreranno quindi sul sud America, dove sembrano esserci buone probabilità di super fulmini.