IBM: Supercomputer Watson risolve caso medico in stile Dr House

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Alcuni medici in Giappone hanno combattuto per diversi mesi con il caso di una donna affetta da una rara forma di leucemia, che non riusciva a guarire, in quanto i trattamenti che gli venivano prescritti non avevano nessun effetto su di lei. Poi però il caso in pochi minuti è stato risolto dal Super Computer di IBM, Watson. Si tratta dell’intelligenza artificiale sviluppata dalla celebre azienda americana, il quale in brevissimo tempo è stato in grado di stabilire che il paziente non aveva la forma di leucemia che inizialmente le era stata diagnosticata, così come afferma anche l‘International Business Times.

La soluzione è stata scoperta dalla macchina dopo aver analizzato le informazioni mediche del paziente e riferimenti incrociati con milioni di casi oncologici che i medici  avevano caricato nel suo sistema direttamente dall’ Institute of Medical Science della University of Tokyo. Questo può essere considerato come uno dei primi casi in cui questo super computer Watson di IBM ha avuto un ruolo determinante nella cura di un paziente riuscendo in breve tempo dove i medici non sono stati in grado di giungere ad un risultato concreto. Questo è avvenuto grazie alla sua capacità di analizzare e confrontare enormi quantità di dati sanitari in pochi minuti. Si parla di oltre 20 milioni di casi analizzati nel giro di pochi minuti.

Attualmente, IBM sta lavorando in collaborazione con il Department of Veterans Affairs, nell’ambito della iniziativa Cancer Moonshot, per il trattamento dei veterani con il cancro. La tecnologia del computer verrà fornita gratuitamente per due anni, e verrà utilizzato per analizzare dati genomici, individuare potenziali mutazioni che causano il cancro e identificare potenziali trattamenti. L’intelligenza artificiale sarebbe stata anche in grado di suggerire una nuova cura che fino a questo momento si è rivelata efficace, cosi come raccontano i medici che stanno studiando il caso in Giappone. Si tratta ovviamente di una notizia che crea grande scalpore nella comunità medica e scientifica e che fa pensare come questo in futuro potrebbe diventare la norma.

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