Il segreto della straordinaria velocità dello squalo mako

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Milioni di piccoli “denti” che coprono la pelle dello squalo mako potrebbero essere il segreto della sua incredibile velocità. Gli squali Mako sono conosciuti come i ghepardi dell’oceano, che si muovono sull’acqua a velocità fino a 68 chilometri all’ora. Una nuova ricerca mostra che le squame sulla pelle dello squalo gli permettono di muoversi in modo più efficiente attraverso l’acqua.

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Se si accarezza uno squalo dal naso alla coda, la sua pelle risulterà liscia; ma strofinare nel verso opposto, tuttavia, darà la sensazione di toccare della carta vetrata. Ciò è dovuto al fatto che questi squali sono ricoperti da milioni di piccoli denti sporgenti.

 

La conformazione unica della pelle del mako

“La pelle dello squalo mako ha dentini traslucidi di circa 0,2 millimetri di lunghezza”, afferma Amy Lang dell’Università dell’Alabama. “Si scopre che lo squalo mako ha dei dentini molto flessibili. Se il flusso d’acqua si inverte, le scaglie si direzionano nel senso opposto”.

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L’effetto snellente dei dentini è già stato riprodotto per il costume LZR “Sharkskin” di Speedo, utilizzato dai nuotatori professionisti. Lang sospettava che i denticoli flessibili fossero la chiave per ridurre un altro tipo di resistenza: la separazione del flusso. Dopo aver percorso la parte più ampia del corpo di uno squalo, in genere le sue branchie, il flusso dell’acqua rallenta, causando una caduta di pressione che può provocare vortici. Lo stesso fenomeno spiega i mulinelli che si formano ai bordi dei remi delle barche.

 

Il problema della separazione del flusso d’acqua

Studiando il flusso d’acqua sulla pelle degli squali in laboratorio, Lang vide che i denticoli impedivano che la separazione del flusso avvenisse. Le scaglie più flessibili si vedono nelle aree che subiscono la maggior parte della separazione del flusso: il fianco dietro le branchie e i bordi posteriori delle pinne pettorali dello squalo.

Questo tipo di pelle in grado di cambiare forma potrebbe avere applicazioni nell’aeronautica. Ad esempio, la separazione del flusso sopra le pale del rotore di un elicottero le rende meno efficienti. Queste e le ali dei caccia possono beneficiare delle microstrutture “in dotazione” dagli squali.

 

Le possibili applicazioni

Lang e il suo team hanno già stampato i modelli 3D dei dentini flessibili del mako e hanno dimostrato di funzionare anche con l’aria, similmente a quanto accade con l’acqua. “Potremmo fabbricarli con le dimensioni di 0,2 millimetri“, afferma Lang. “Stiamo sicuramente facendo progressi nell’intenzione di replicarli.” La dottoressa Lang presenterà i risultati questa settimana all’American Physical Society March Meeting di Boston.

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