Il virus dell’epatite A è stato fonte di un allarme che ha creato mota preoccupazione. A metà settembre un assistente di volo dell’American Airlines si è trovato ad essere l’origine di una possibile esposizione del virus per passeggeri. Il volo che da San Francisco era diretto a Charlotte, è stato controllato dai Centri federali per il controllo e la prevenzione delle malattie.
I funzionari del CDC, Centers for Disease Control and Prevention, sono stati informati il 1 ottobre della conferma che lo steward aveva effettivamente contratto la forma acuta di epatite A. L’assistente di volo “aveva sofferto di dissenteria su diversi voli durante il periodo infettivo”, spingendo gli funzionari del CDC a contattare tutti i passeggeri e gli altri membri dell’equipaggio, per verificare se ci fossero stati altri casi.
I funzionari sanitari della contea di Mecklenburg, hanno contattato telefonicamente tutti i 18 passeggeri della zona di Charlotte, che erano a bordo del volo, e da allora sono stati tutti vaccinati contro il virus. “Il rischio era solo per i passeggeri del volo”, ha detto la portavoce del dipartimento sanitario Rebecca Carter, spiegando perché i funzionari sanitari non hanno emesso un allarme generale nella contea. “Non c’erano rischi per il pubblico”.
La scarsa igiene è alla base del contagio da epatite A
Una vaccinazione, secondo il CDC, previene una possibile complicazione epatica causata dal virus dell’epatite A. Questo tipo di epatite causa sintomi riconoscibili, come affaticamento, inappetenza, mal di stomaco, nausea e soprattutto ittero, che scompaiono nel giro di 2 mesi, assicurano i funzionari del CDC. Aggiungendo: “Di solito viene trasmesso da persona a persona attraverso la via oro-fecale o con il consumo di cibo o acqua contaminati“.
Nel comunicato stampa dell’agenzia, i funzionari del CDC hanno affermato che il periodo di incubazione del virus dell’epatite A è in media di 28 giorni, ma può durare fino a 50 giorni. Il periodo infettivo del virus può iniziare due settimane prima della comparsa dei sintomi, e in genere entro la settimana successiva alla fine dei sintomi.