App Immuni al via da lunedi in tutta Italia, ma il suo utilizzo per il tracciamento dei casi di Covid ha già dato i primi risultati di funzionamento in Liguria. Nella regione che fa parte delle 4 regioni pilota per il test iniziale dell’applicazione, si è verificato “lo sblocco dei primi tre codici dell’app su tre soggetti trovati positivi”.
Tutti e tre gli utenti si trovano in Liguria, una delle regioni dove sono partiti i test insieme a Abruzzo, Marche e Puglia. I tre soggetti risultati positivi al tampone che avevano scaricato la app Immuni hanno ricevuto dall’Asl del codice numerico per inserire l’allarme all’interno della app e, coloro che l’hanno attivata, ovviamente ne saranno avvisati. La positività dei tre interessanti è stata registrata nel corso della settimana a Genova, nella Asl 3.
Da lunedì l’uso della App si estenderà a tutta Italia. La potremmo scaricare con sicurezza, serenità e tranquillità, perché tutela la privacy, ha una disciplina molto rigorosa, non invade gli spazi privati, aveva spiegato ieri il premier Giuseppe Conte. L’applicazione disponibile sugli store digitali dal primo giugno, è scaricata già da 2,2 milioni di persone. Dall’8 giugno è stata testata in Abruzzo, Liguria, Marche e Puglia e si è esteso l’uso ad alcuni dispositivi rimasti fuori.
I 2 milioni e 200mila italiani che l’hanno già scaricata lo hanno fatto spontaneamente, ha detto oggi il commissario Arcuri. Da lunedì ci sarà una massiccia campagna di comunicazione. Immuni è anonima e resterà tale fino alla fine del suo uso; è una componente fondamentale nella strategia del contenimento della pandemia. Le regioni, prima che arrivasse l’app Immuni, hanno fatto dei tentativi e sperimentazioni ma alla fine convergeranno sulla app nazionale.
Secondo una indagine Demos, però, solo il 38% degli italiani si è dichiarato disponibile a installarla. Tuttavia nel frattempo sono nate in Italia, per iniziative di istituzioni locali, altre app di tracciamento come allertaLOM della Regione Lombardia, scaricata da oltre 1,3 milioni persone.
Immuni è volontaria e basata sul Bluetooth. Una volta scaricata, gli smartphone sui quali è presente si scambiano codici anonimi generati automaticamente. Quando le strutture sanitarie e le Asl riscontrano un nuovo caso positivo, dietro consenso del soggetto stesso inseriscono un codice nel sistema. I telefoni fanno un «match» dei codici in automatico e viene inviata la notifica agli utenti con i quali il caso positivo è stato a stretto contatto.
I dati raccolti sono conservati sui singoli dispositivi e non su un server centrale. Funziona su iPhone e su Android con sistemi operativi aggiornati. Anche Huawei ha rilasciato la tecnologia per il tracciamento dei contatti, simile a quella messa a punto da Apple e Google insieme, su cui si basa l’app Immuni.
L’app è una prova anche per i sistemi sanitari territoriali. Con l’arrivo di Immuni e l’aumento dei tamponi, ci sarà la necessità di avere un impiego superiore di risorse umane, ricordando che nel decreto rilancio è prevista l’assunzione di 5mila operatori sanitari, parte dei quali avrà proprio questo compito.
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