Alle 12:52 di lunedì 19 aprile 2021, il team del Jet Proprulsion Laboratory ha ricevuto i dati relativi alla riuscita con successo dell’elicottero Ingenuity nel suo primo volo controllato e motorizzato in autonomia su un altro pianeta. L’elicottero è decollato dunque con successo dalla superficie marziana poco fa, nonostante le difficoltà che il team ha avuto nei giorni scorsi.
I dati hanno richiesto un po’ di tempo per raggiungere il nostro Pianeta dato che Marte si trova a 401 milioni km di distanza. In media sono necessarie circa 4 ore perché i dati raggiungano la Terra dal Pianeta Rosso. Ma ora la NASA ha ricevuto i dati da Ingenuity con successo e abbiamo la conferma che il volo è avvenuto ed Ingenuity si è librata con successo a 3 metri sopra la superficie di Marte ed è atterrata con successo.
L’importante missione di Ingenuity
Ingenuity è un esperimento di alta tecnologia, che porterà l’esplorazione spaziale a superare i suoi limiti, imparando a gestire, pianificare e progettare un futuro in cui potremo sorvolare la superficie di Marte con elicotteri sempre più grandi e sofisticati. Il futuro dell’osservazione marziana potrebbe dunque comprendere una nuova generazione di esploratori, gli elicotteri, che forse precederanno o accompagneranno l’uomo nella sua esplorazione di Marte.
La missione è unica nel suo genere, mai sino ad ora si era tentato nulla di simile, per questo la NASA afferma: “corriamo rischi che altre missioni non affrontano e dobbiamo valutare attentamente ogni passo”.
I problemi tecnici della scorsa settimana
Nell’ultima settimana, Ingenuity ha avuto qualche piccolo problema ed il team della missione ha lavorato duramente per testare le due soluzioni per risolvere il problema del timer “watchdog”. Questo sistema ha infatti impedito all’elicottero di passare alla “modalità di volo” e di eseguire il test di rotazione ad alta velocità dei rotori lo scorso 9 aprile.
Le due soluzioni, ciascuna delle quali è stata verificata per l’uso in volo, sono, la prima quella di regolare la sequenza di comando dalla Terra e alterare leggermente i tempi di questa transizione e modificare e reinstallare il software di controllo del volo esistenti.
Come ha spiegato Taryn Balley, Ingenuity mechanical engineer, “la prima soluzione richiede l’aggiunta di alcuni comandi alla sequenza delle operazioni di volo ed è stata testata sia sulla Terra che su Marte. Dal test di questa soluzione su Ingenuity negli ultimi giorni, sappiamo che questo approccio probabilmente ci consentirà di passare alla modalità di volo e prepararci per il decollo circa l’85% delle volte. Questa soluzione lascia l’elicottero al sicuro se la transizione alla modalità di volo non viene completata.”
“Questa soluzione è la meno distruttiva per un Ingenuity che, fino a quando non abbiamo identificato il problema del watchdog, si è comportato esattamente come ci aspettavamo. È il più semplice, poiché non è necessario modificarne la configurazione.”
Il grandissimo successo di Ingenuity, il volo su un altro pianeta
E le soluzioni adottate dal team sembrano aver funzionato con successo. Il centro di controllo della missione al JPL della NASA ha iniziato ufficialmente la ricezione ed il download dei dati alle 12: 39, circa undici minuti dopo il download dei dati è terminato e alle 12:50 è stato confermato che Ingenuity era in buone condizioni e funzionante. Alle 12:52 è giunta la conferma del successo del volo e le prime immagini di questo straordinario momento.
La prima immagine è stata scattata dalla onboard camera di Ingenuity, mentre la seconda dalla Mastcam Z di Perseverance. In realtà quello di Perseverance è un breve video che mostra pochi attimi di volo e l’atterraggio dell’elicottero.
La manovra di accensione delle pale, decollo, volo, atterraggio e arresto delle pale di Ingenuity è dunque avvenuta con successo e l’essere umano ha effettuato il suo primo volo controllato su un altro pianeta.
Un momento che ha profondamente emozionato l’intero team della missione e che rappresenta una pietra miliare nella storia dell’esplorazione spaziale da parte dell’uomo.
Ph. Credit: NASA / JPL-Caltech.